Per il derby d’Italia S.Siro pieno come una volta e pioggia ininterrotta. Primo tempo cervellotico, frustrante, lento, la Juventus controlla a centrocampo. Ripresa d’orgoglio, l’ingresso di Guarin cambia la partita, sale di tono Kovacic, un rigore negato a Cassano. Juventus inconsueta, non l’ha messa sull’agonismo, ma ha gestito la partita. L’Inter meritava il pari, ma non si può regalare sempre un tempo.
Il gol di Quagliarella dopo appena due minuti Samuel fa un passo verso l’esterno vedendo l’inserimento di Marchisio con Zanetti in ritardo, Ranocchia a vuoto sul velo di Matri, si apre il varco per Quagliarella, Chivu è immobile, lo stesso Samuel prova a chiudere in scivolata e tocca la palla tagliando fuori Handanovic. Nessuna copertura dai due mediani, Kovacic era andato alto a pressare Pirlo, mentre Gargano si era allargato preoccupato dall’inserimento di Vidal dall’altra parte.
Risposta dell’Inter concentrata tra il dodicesimo e il tredicesimo con due interventi di Buffon, che prima si distendeva sul tiro dal limite di Cassano e poi salvava sulla linea il colpo di testa di Palacio.
L’Inter ha riproposto il 3-4-1-2 con Samuel tornato in mezzo a Ranocchia e Chivu, esterni Zanetti e Pereira, centrocampo a due con Kovacic e Gargano che dopo il gol della Juve si scambiano subito la posizione, Kovacic va sul centrosinistra. Alvarez trequartista e Palacio e Cassano in attacco. Juve col solito 3-5-2, assenti i soli Lichsteiner e Vucinic, al loro posto Padoin e Quagliarella.
Dopo il gol La Juve ha giostrato palla a centrocampo senza affondare il colpo. Pirlo doveva vedersela con l’ingenuo e soft pressing di Alvarez, il quale va detto avrebbe potuto essere aiutato da uno dei due attaccanti che non hanno mai pressato, così Pirlo scambiava spesso con un compagno mettendo in mezzo Alvarez ed avendo gioco facile. A vuoto andavano anche Kovacic su Vidal e Gargano su Marchisio, così in tutto il primo tempo l’Inter recuperava palla nella propria trequarti solo in un paio di sporadiche occasioni, una volta con Alvarez che poi sbagliava il lancio e una con Gargano, per il resto la Juve controllava comodamente, con un solo inserimento di Vidal verso la mezz’ora, che trovava impreparato Chivu e costringeva Handanovic ad un’uscita di mestiere.
In fase offensiva l’Inter non arrivava quasi mai in area, facendo densità sulla trequarti con Cassano, Alvarez, Gargano più Pereira a sinistra e Palacio unica punta ai bordi dell’area, ma non siamo mica il Barcellona e l’unico che faceva girare palla era Kovacic che rimaneva basso ad impostare sul centrosinistra. Solo un paio di sortite dalla sinistra di Pereira e una di Cassano sventate. Perchè poi Cassano abbia battuto tutti quei corner lenti e con eccessivo effetto non si sa.
Tutta un’altra Inter nel secondo tempo, sin dal primo minuto Strama mandava in campo Guarin al posto di Alvarez. Il colombiano ci metteva fisico e personalità, facendo salire la squadra e dando il giusto raccordo con l’attacco. Ma tutta l’Inter giocava più carica, ora Kovacic e Gargano giocavano più alti e andavano direttamente loro a stringere su Pirlo ed infatti era proprio Pirlo a perdere palla a ridosso della metà campo, Kovacic si fiondava spezzando la trequarti e allargando a Cassano, inserimento di Palacio, controllo perfetto in corsa e piattone vincente. Non è stagione però, inutile illudersi perchè cinque minuti dopo prima Zanetti concedeva il cross basso ad Asamoah, Padoin prendeva il tempo a Pereira, ma Handanovic si disimpegnava, ma nell’azione successiva Chivu si faceva infilare dal passaggio di Vidal per Quagliarella e nemmeno provava a rimontare sull’attaccante bianconero che aveva lo spazio per crossare dal fondo per Matri che bruciava Ranocchia e riportava la Juve in vantaggio. Il quarto d’ora successivo è stato per quel che vale il più bello della stagione, bello quanto inutile. Cambiasso prendeva il posto di Ranocchia, si passava ad un più convincente 4-3-1-2 con Kovacic regista centrale, Cambiasso inizialmente interno destro e Gargano sinistro, poi viceversa. Era Kovacic a prendere in mano la squadra, stupenda la sua discesa fino all’area, Chiellini con una scivolata al limite del fallo lo fermava. Non è stata giornata invece per Cassano, debole il suo tiro da buona posizione, in ritardo per la correzione in rete sul cross rasoterra di Guarin, il giudice di porta da due passi non vedeva nemmeno il fallo di Chiellini ai suoi danni, niente rigore. A dieci dalla fine entrava anche Rocchi al posto di Gargano per un generoso finale in 4-1-5 con Guarin ala destra e Palacio, Cassano, Rocchi e Cambiasso in area. Forse era troppo, il gioco diventava confuso con unica soluzione palloni buttati in mezzo. Conte invece chiudeva con il 5-4-1 conservativo togliendo Matri per Pogba, il quale era determinante sui palloni alti buttati in area negli assalti finali. Le ultime rabbiose speranze finivano sull’esterno della rete, ci aveva provato Guarin. Handanovic stazionava in attacco per un minuto buono, il tempo di due calci piazzati in rapida successione, ma nulla da fare. Un inutile fallo di Chivu su Giovinco spezzava l’assalto finale. Sul triplice fischio il raptus di Cambiasso, diretto sulla caviglia di Giovinco, rosso e tutti sotto la doccia.