Interessante l’intervista rilasciata ieri da Cambiasso al quotidiano Libero, nonostante il vice-capitano non risponda mai direttamente alle domande e si vede che le considera tremendamente stupide per la sua intelligenza superiore, sono emersi alcuni dati interessanti. Per esempio è emerso tutto il fastidio per le critiche nei suoi confronti in merito al tracollo fisico patito nella stagione scorsa. Ma lo fa parlando di Kovacic, del quale dice “In Argentina siamo abituati poco a guardare la carta d’identità, i giocatori sono bravi o non bravi.” Come dire Kovacic sarà anche bravo, ma mica perchè è giovane come pensate voi in Italia, e di riflesso il fatto che io abbia 33 anni non conta nulla. E come si consideri fondamentale te lo manda a dire quando gli chiedono se arriverà un top-player: “Non riesco a capire chi è un top player, se si valuta come cifra spesa o come qualità: la gente spesso si riferisce a giocatori pagati oltre 30 milioni. La squadra che ha reso di più, però, non comprendeva elementi del genere. Partendo da
Julio, Lucio e Maicon gratis, Samuel 14, Zanetti uno, Cambiasso zero (…)”. Insomma, qui in Italia siamo proprio stupidi, oltre a guardare la carta d’identità di un giocatore per giudicarlo, pensiamo che i top-player siano quelli che costano di più, quando il top-player Cambiasso è arrivato a parametro zero. Il professor Cambiasso ci fa capire invece che l’Inter non ha bisogno di nuovi campioni, visto che in squadra ci sono già lui, che di se stesso parla in terza persona, Samuel, Zanetti e Milito. Al fatto che ormai parli come un dirigente siamo abituati da tempo, un po’ più preoccupante il delirio di onnipotenza. Quando gli si chiede conto della passata stagione invece “Così come non parliamo delle vittorie ottenute, non parliamo nemmeno dei periodi negativi. A noi serve ricordarcelo, ma non si vive nel passato”. Già, non si vive nel passato, quando gli chiedono dei campioni per il futuro il nostro ti snocciola la formazione del Triplete (dimenticando Eto’o), ma della stagione appena conclusa non bisogna far menzione. E non si dica che all’Inter è lui a fare la formazione, perchè “Tutti i nuovi sono giocatori che per mister e società sono adatti all’Inter. Ma qui nessuno gioca per diritto, bisogna pedalare, se si fanno 10 o 38 partite è una valutazione soltanto dell’allenatore”. Insomma, decide l’allenatore, ma le regole le faccio io, sappiatelo. E il messaggio nonnista di benvenuto ai nuovi arriva a destinazione. E il contratto? L’8 luglio era stato annunciato un incontro con la società per ridiscuterlo, ma poi tutto è caduto nel vuoto, nessun media ne ha più parlato, quattro giorni dopo però Cambiasso tornava a ripetere a sportmediaset la solita frase che ripete da due anni, “Con me è una roba da cinque minuti, lo sanno tutti.” Ieri invece cambio di rotta: “Adesso la società ha altre priorità, non abbiamo affrontato l’argomento perché ci sono cose da sistemare. Ma sanno che con me non ci sarà nessun problema. La durata del contratto si vedrà quando ci siederemo a parlare”. Ma come, possibile che questi benedetti cinque minuti non si trovano mai? Un anno fa Julio Cesar venne messo fuori rosa perchè non volle ridiscutere il contratto, stesso trattamento in novembre fu riservato a Sneijder, al quale fu brutalmente detto che o si adeguava o se ne andava, ora sono rimasti Cambiasso e Milito gli unici ad avere un contratto da top-players sopra i 4 milioni, ma la società ha altre priorità? A dire il vero l’unica priorità degli ultimi due anni è sempre stata il taglio del monte-stipendi, ma non per tutti evidentemente.