Le responsabilità di Suning nel momento dell’Inter
La delusione è enorme, e capirai, dodici anni fa ne rifilavi due al Bayern Monaco in finale di Champions, oggi il Bayern viene a Milano a rifilartene due e darti una lezione di calcio. Che scoppola! Sembravano un orologio perfetto, quelli là, questi teutonici sempre perfettini, con le scalature e le distanze giuste, i momenti per attaccare e i momenti per far sfogare l’avversario, la squadra che pende a destra e Davies che rimane largo a sinistra peri i cambi gioco. E noi invece di là? Sembravamo una composizione astratta, coi giocatori sparpagliati per il campo, una linea a cinque schiacciata dietro. Ma ha anche ragione Marotta, che ha parlato oggi giustamente in difesa del tecnico, perchè il calcio di oggi è questo, le big di Bundesliga, Premier e Liga sono superiori alle big italiane, anche se il Napoli ne ha date quattro al Liverpool, vedremo cosa significa questo.
Inzaghi pare in confusione, cambi ancora una volta tardivi, giocatori in straforma come Dimarco spesso in panchina, e poi quella dichiarazione del turnover in vista del Toro di sabato (leggi QUI), come dire che tanto coi tedeschi era già persa. Una gaffe mediatica clamorosa. Ma attenzione ad addossare tutta la colpa ad Inzaghi, perchè la rosa dell’Inter è più debole di due anni fa, sì abbiamo perso Hakimi, Perisic ed Eriksen, non abbiamo esterni che saltano l’uomo, siamo la squadra che fa meno dribbling in serie A, De Vrij, Barella e Bastoni sono in calo, l’undici titolare ha un’età avanzata, la rosa è contata in un anno del mondiale iniziato il 13 agosto dove sono da mettere in preventivo molti infortuni muscolari. Quindi? questo è di responsabilità della proprietà che in sei anni non ha ripianato il debito nonostante campagne al risparmio e cessioni eccellenti e non basta la foglia di fico del ritorno di Lukaku, frutto della maestrìa di marotta e company; Eppure la palla torna ad Inzaghi, volente o nolente, perchè è evidente che questa non è più una rosa da 3-5-2, non ci sono gli esterni adatti, e bisogna adattarsi ed essere eclettici.
Amala