Il Palermo è apparso sin da subito un avversario più ostico delle precedenti squadre affrontate, a differenza delle altre non si è limitato ad aspettare l’Inter nella propria metà campo, ma ha aggredito i difensori e se l’è giocata a centrocampo, provando a vincere nel secondo tempo passando dal 3-5-1-1 al 3-4-1-2. Il Palermo ha attaccato l’Inter dove sembrava più forte, la difesa, messa in difficoltà in fase d’impostazione e se presa in velocità. Mazzarri invece di aiutare la fase di costruzione abbassando le mezz’ale, ha spedito dieci metri più avanti Kovacic e Guarin. Fa sorridere il plauso unanime al tecnico per aver trasferito Kovacic sulla trequarti, quando il gol del pareggio arriva perchè il croato si riabbassa nella sua posizione naturale a far partire l’azione e arriva da dietro a concludere. Hanno lasciato perplessi i cambi di Mazzarri, che ha tolto D’ambrosio (prima premiato con una maglia da titolare e poi subito bocciato) lasciando in campo un Nagatomo messo ben peggio. Ma il vero disastro è stato l’innesto di Hernanes, che è andato subito a pestare i piedi a Kovacic occupando la sua zona, finendo col giocare tutti e due in una zona ibrida tra l’interno sinistro e la trequarti. Mi sembra venga sottovalutato l’apporto di Osvaldo, che con il Sassuolo ha partecipato a sei gol su sette, a Kiev è stato determinante con il solo suo ingresso in campo e anche ieri c’è sempre il suo zampino nel gol e nelle poche azioni pericolose della squadra. L’Inter è sembrata in partita solo nei primi venti minuti del secondo tempo, quando le squadre si sono più allungate e il Palermo concedeva più spazi. Poi l’ingresso di Belotti e il passaggio al 3-4-1-2 dei rosanero ha visto l’Inter traballare ripetutamente, salvata dalla traversa, dall’imprecisione di Vazquez e da un gol annullato ingiustamente. Anche l’Inter in apertura di ripresa si è vista annullare un gol probabilmente regolare. Finale di gara con il 4-3-3, tridente Palacio-Osvaldo-Icardi, interni Guarin ed Hernanes, Medel davanti alla difesa, difesa centrodestra Ranocchia e Nagatomo, centrosinistra Vidic e Dodò.