La difesa dell’Inter è sotto accusa, anche ieri presi due gol evitabili e problemi in fase d’impostazione, almeno nei primi tre quarti di gara. L’attacco ha sprigionato tutto il suo potenziale offensivo nel finale, ma prima doveva dare molto di più. Togliamo un po’ di peso alla difesa e concentriamoci un attimo sugli attaccanti. Ieri per tutto il primo tempo il tridente offensivo non ha mai legato, pochi movimenti e mai coordinati, se si muove uno gli altri due stanno fermi, Shaqiri molto lontano dall’area di rigore, Icardi dopo un paio di partite da attaccante finalmente di movimento torna a fare il palo. Manco a dirlo quello che si muove di più è Palacio che però incappa in una serie di errori tecnici non da lui. I tre inoltre sono sempre ad almeno dieci-quindici metri di distanza l’uno dall’altro e non fraseggiano mai. Se andiamo a vedere sull’altro fronte, Hamsik e Higuain formano un duo compatto, che si muove insieme e coordinato sempre a cinque metri l’uno dall’altro, supportati dalle spine Mertens e Callejon. Quello di Benitez è di fatto un 4-4-2, perchè Hamsik fa a tutti gli effetti la seconda punta, è spesso in linea con Higuain o più avanzato, attacca sempre la profondità, ma rientra anche, pronto a rifinire la fase di transizione per far ripartire il contropiede per poi andare a fornire soluzioni in avanti. E’ insomma il lavoro che faceva Palacio fino a un anno fa e ora non riesce più a fare. In fase di pressing poi Higuain e Hamsik vanno sull’uomo costringendolo al contrasto, mentre gli attaccanti nerazzurri fanno un pressing ancora molto morbido. La svolta della partita avviene dopo il 2-0, Hamsik e Higuain, sfiniti, smettono di fare quel lavoro di pressing appena detto e l’Inter può far nascere l’azione con un giro palla più fluido. Mancini poi passa al 4-2-3-1, Palacio da sinistra stringe sempre verso Icardi portando dietro il terzino Henrique, si libera la corsia per Santon, che fa sfracelli nell’uno contro uno con Callejon. Hernanes invece si allarga a sinistra favorendo l’inserimento centrale di Guarin e i mediani Inler e Lopez vanno in difficoltà nel due contro due al limite dell’area. Sull’altro lato Shaqiri mette in difficoltà Strimic e De Guzman praticamente da solo (D’ambrosio stanco lo supporta a fatica, comunque c’è). Comunque al di là dei movimenti e cambi tattici, sul 2-0 è emersa tanta qualità, tutti che improvvisamente iniziano a saltare l’uomo e lavorano bene di fino, questo è il miglior segnale in vista della trasferta in Germania, per il resto tanto da lavorare.