Della mancanza di un progetto tecnico e della cause dei fallimenti delle ultime due stagioni si è detto molto, ma la situazione non va molto meglio anche sul piano dei progetti infrastrutturali, finanziari e societari, insomma su tutto ciò che non riguarda direttamente il calcio giocato, ma riveste comunque particolare importanza. La costante è la mancanza di una logica e di una coerenza in tutti gli aspetti, certo la canzone dice Pazza Inter, ma qui sembra che l’abbiano presa un po’ troppo alla lettera. E se fosse tempo di normalità per poter risalire? Vediamo la situazione su alcuni aspetti e come le giravolte e la mancanza di criterio siano all’ordine del giorno.
Il nuovo stadio è stato presentato come un progetto fondamentale per il futuro del club, per avviarlo è stato preso un dirigente apposta, Fassone, che già aveva fatto bene alla Juve per lo stesso motivo. Al nuovo stadio si è collegato anche la ricerca di un nuovo socio, si sono individuate le aree dove costruirlo, poi qualche mattina fa Moratti ha detto che in fondo S.Siro è bellissimo, che il nuovo stadio non è più una priorità e tutto sommato basta rimodernare S.Siro. Così, dopo due anni che si parla del nuovo stadio.
Bilancio Veniamo all’annosa questione del fair play finanziaro. In nome della parità di bilancio imposta da Platini si è avviata negli ultimi due anni un taglio al monte stipendi. Ebbene non solo questa operazione è avvenuta senza alcun criterio, tagliando brutalmente Julio Cesar e Sneijder, svendendo Eto’o e Maicon, ma tenendo intatto l’emolumento del 34enne Milito, 5 milioni annui, e del 33enne Cambiasso, 4,5 milioni, e facendo un triennale al malconcio Chivu a più di 2 milioni. Ma il risultato è che non c’è stato nessun miglioramento nel passivo di bilancio, rimasto tale e quale.
Nuovi soci Anche la gestione dei nuovi soci fa acqua da tutte le parti. Prima vengono annunciati in pompa magna dei nuovi soci cinesi, con loro forte disappunto, che avrebbero preferito maggior riserbo. Poi cade il silenzio per mesi su tutta l’operazione e infine per non meglio precisati impedimenti burocratici l’affare salta del tutto. Allora è la volta di Thohir, il magnate indonesiano, quando sembra tutto fatto Moratti ci ripensa e sembra quasi risentito della volontà di Thohir di prendere la maggioranza delle quote, ma non ne consegue un suo rinnovato impegno, ma è come se l’Inter fosse messa in un congelatore.
Politica Non ne so molto della situazione del palazzo calcistico, ma è un fatto che l’Inter non conta nulla nel governo del pallone.