Qualcosa non va a livello di relazioni nell’Inter. Chi chiede soldi, chi accenna a un cambio di allenatore, per carità non adesso, ma domani chissà, specie se si fa riferimento ad un certo argentino, leggi Simeone. Prevale una certa confusione, anzi meglio chiamarla incapacità di rispettare il proprio ruolo e preservare e valorizzare l’immagine della Società per cui si lavora come giocatore o come dirigente. Come già rimarcato su questo sito le dichiarazioni di Zanetti e Stankovic a proposito di Simeone possibile futuro allenatore dell’Inter appaiono inopportune, persino destabilizzanti anche perchè come ex giocatori sanno benissimo che possono portare a dissapori all’interno dello spogliatoio. Ma si comincia a intravvedere, sempre a livello di relazioni, alcuni segnali di un cambiamento possibile della prevalente nazionalità dei giocatori dell’Inter per il prossimo campionato. Zanetti giustamente afferma: “Chi rimane all’Inter deve essere felice di farlo. Cosa manca a questa squadra, la voglia di giocare per il gruppo e il rispetto per la maglia”. Chiaro riferimento a chi vorrebbe andarsene e che guarda caso fa pensare alla possibilità che la prossima Inter non sia quella degli IC, visto che i vari Handanovic, Brozovic, Jovetic, Ljajic potrebbero accasarsi altrove (rimarrebbe, si spera, Perisic). Il ruolo di Zanetti come vicepresidente potrebbe significare il ritorno di una massiccia presenza di giocatori sudamericani, soprattutto argentini. Nessuna intenzione di criticare questa scelta, ma forse il ritorno ad una “colonia argentina” potrebbe voler dire proprio maggior controllo dei rapporti all’interno della squadra e forse – almeno nelle intenzioni – maggior attaccamento alla maglia. Basta leggere gli acquisti effettuati e quelli possibili: Banega, Zabaleta, Ansaldi da aggiungere a Icardi, Palacio, Carrizo oltre ai sudamericani Miranda, Medel, Eder, Murillo e senza considerare i possibili partenti Melo e Telles. Zanetti potrebbe pertanto essere il dirigente che indirizza la rosa della squadra al fine di avere maggior controllo sui giocatori e da loro maggior attaccamento alla maglia o se vogliamo quantomeno professionalità. Speriamo sia una scelta giusta e dia ottimi risultati. Importante allora che tutto venga fatto con un obiettivo ben definito e condiviso e che ognuno operi nel rispetto del proprio ruolo. La conseguenza sarebbe fantastica: un netto miglioramento del clima relazionale nello spogliatoio e nella Società che indubbiamente aiuterebbe a raggiungere gli obiettivi desiderati.