Le spiegazioni di Ranieri sui cambi di ieri hanno lasciato ancora più sconcertati dei cambi stessi. Poli cambiato perchè ammonito, ma non c’era nessun segnale di nervosismo da parte del centrocampista, se non l’ingiustizia di prendersi un giallo dopo aver preso una gomitata dal provocatore Vucinic. Obi addirittura perchè stanco, cosa credo non vista da nessuno, mentre in campo apparivano stremati Stankovic, Forlan e Maicon. Non si tratta di mettere alla gogna Ranieri, perchè prima di ogni cosa è mancata la reazione dei giocatori al gol della Juve e il modo in cui è stato subìto il gol è responsabilità dei giocatori. Solo che raramente si vede togliere non uno, ma due tra i migliori in campo, con spiegazioni così risibili, stravolgendo l’assetto tattico della squadra con delle mosse che si fanno di solito al massimo a dieci minuti dalla fine quando si è almeno sotto di due gol. L’impressione è che se viene meno il buon senso a Ranieri viene meno una caratteristica fondamentale riconosciuta da tutti a questo allenatore. Io sono sempre stato per far chiudere la stagione a Ranieri, ma l’impressione è che Ranieri abbia perso molto in lucidità e non sappia più dare spiegazioni non tanto alle sconfitte, ma alle sue stesse scelte e inoltre anche a quella situazione che si ripete sempre, e cioè la mancanza di reazione della squadra ad ogni gol subìto.
Buon senso ed equilibrio erano le doti di Ranieri, l’aggiustatore, ma anche la gestione Cambiasso sembra mettere in luce uno smarrimento di queste doti: Fatto giocare ininterrottamente per mesi senza turn-over, Cambiasso ora non sembra più nemmeno utile per un terzo cambio, che poi era quello più ovvio, la staffetta con Stankovic.
A fare ombra a Ranieri in questo momento non è tanto lo stanco e incolore totoallenatore dei mass-media, ma un allenatore che l’Inter ha già in casa, avete già capito che sto parlando di Stramaccioni e del suo trionfo nella Champion’s primavera. La combinazione in una sola domenica di un’Inter Primavera mourinhiana che a Londra batte in dieci i superfavoriti dell’Ayax davanti agli occhi entusiasti di Moratti, e di un’Inter a Torino prigioniera delle stesse situazioni e dei suoi stessi schemi, anche in una partita dove per un tempo si era rivista l’Inter che conosciamo, può produrre se non scelte nell’immediato, la consapevolezza che a maggio si cambierà allenatore e il nuovo allenatore potrebbe non essere da cercare fuori dai grandi confini del mondo Inter.