Mazzarri è un allenatore pericoloso per l’Inter. Non sto parlando dei risultati disastrosi che sta ottenendo, ma della mentalità perdente e provinciale che sta trasmettendo ad un ambiente già provato da anni di ridimensionamento e provincializzazione. Un’influenza negativa che nella conferenza di oggi alla vigilia di Inter-Sassuolo ha prodotto un ulteriore salto di qualità. Se Thohir è un manager vincente come sembra, ascoltando le stucchevoli scuse di questo allenatore medievale a tutela della sua modesta carriera e i volgari attacchi alla tifoseria e alla società stessa, non potrà che trarre la conclusione che all’Inter serve un altro allenatore. Cominciamo dagli attacchi ai tifosi, dopo le parole insultanti nel post Inter-Chievo, Mazzarri torna a ripetere, “In questo momento conta il risultato più di ogni altra cosa, abbiamo bisogno di sbloccare la partita per primi, in piazze come questa i risultati negativi possono condizionare la crescita della squadra”. Avete capito bene, la squadra stava crescendo, ovviamente grazie al suo lavoro, ma la pressione della piazza ne ha bloccato la crescita. E se non fosse chiaro: “Se i giocatori fossero stati in una piazza dove va bene il centroclassifica, un paio di sconfitte si sarebbero sentite meno”. La frase può apparire stupida e in effetti lo è, ma è anche un evidente modo di dire che il vortice di risultati negativi è stato creato dai tifosi, che, lo ricordiamo, si sono in questi anni invece dimostrati ultrapazienti e hanno manifestato (raramente) le proprie critiche in maniera sempre composta e civile. Un’altra novella scusa del buttero piangente è quella del cambio societario: “E’ un anno difficile per un allenatore che arriva a gestire un gruppo in questa situazione senza precedenti non è mai facile, ma non vuole essere un alibi, ma voi dovete tenere conto di queste variabili”. No, non vuole essere un alibi, sono i famosi “imput di riflessione” che il mago ci elargisce, mentre intanto incassa a denti stretti l’addio di Branca: “Umanamente dispiace, lo conosco da tanti anni personalmente, ho avuto un ottimo rapporto, mi ha dato una mano in questo periodo, sono scelte che vanno accettate”. Passiamo all’evidente disistima che Coppa di Toscana nutre per la rosa che ha a disposizione, che lui ci ricorda sempre non è quella che voleva: “Hernanes? in questo momento ci voleva un giocatore di spessore e personalità che desse un imput a giocatori che per la prima volta si trovano a giocare in un club così importante”. Lo abbiamo capito, per Mazzarri i giocatori sono privi di personalità, nonostante abbia a disposizione una delle squadre più esperte e anziane della serie A. Ma chi possono essere questi giocatori inesperti e senza personalità, la risposta ce l’ha dà il mago di S.Vincenzo: “Il momento di Palacio? è un ragazzo eccezionale, che sente un pochino questa pressione”. E noi che pensavamo che era il modulo di Mazzarri ad aver sfiancato il Trenza, che tra l’altro gioca all’Inter da tre anni e ha vissuto piazze come Genoa e Boca Juniors. Infine il suo bersaglio preferito, i giovani e in particolare Kovacic. Nel negare di averlo attaccato il tecnico rincara ulteriormente la dose: “Kovacic? è stata fraintesa da chi vuole fraintendere, ho dovuto rispondere ad una domanda tattica, non per dare la colpa a lui, non ho mai attaccato Kovacic, c’è la registrazione, chi vuole vada a risentirsela. La crescita di Kovacic passa anche per partite come con la Juve, è chiaro che se fai giocare tutti giovani l’obbiettivo finale può essere un centroclassifica, se va bene”. Non c’è bisogno di commentare.