Una volta sentii dire che per i livornesi è tutto “big”, in particolare le balle che raccontano. Questa frase mi viene sempre in mente durante le conferenze stampa di Mazzarri. Il tecnico ha una scusa per ogni cosa e la colpa è sempre degli altri. Gli Obbiettivi? Il terzo posto? Sentite cosa dice il buttero piangente: “Chi li ha mai detti gli obbiettivi, ho cercato di dare un’organizzazione, ho dovuto far giocare dei giocatori in Coppa Italia per valutarli, non si è mai detto che l’Inter doveva vincere la Coppa Italia”. Che bello allenare l’Inter a 3 milioni e mezzo all’anno e non dover rispondere di nulla. Ma un allenatore che a gennaio non ha ancora valutato i giocatori della rosa non dovrebbe dimettersi per manifesta incapacità? All’Inter invece lo promuovono a comandante in capo: “La carriera parla per me, se io parlo in un certo modo è perchè sono tranquillo, se mi son permesso di dare certi messaggi è perchè sapevo che la pensiamo tutti così. Sulle mie indicazioni la società sta cercando di fare i primi interventi sul mercato”. Insomma ci si può permettere di dire di essere arrivato all’Inter nel momento sbagliato, fare esperimenti a gennaio agli ottavi di Coppa Italia, denigrare il lavoro dei suoi predecessori, schifare i giocatori che la società ha preso nell’ultimo mercato e avere tutto l’appoggio dei due presidenti paciocconi. E come se non bastasse: “E’ vero che ho dichiarato che Moratti non mi aveva mai detto che stava per vendere e non aveva soldi? Certi concetti possono essere stati raccolti in generale, ma è abbastanza vero, l’ho detto in altre conferenze stampa non sapevo di questo passaggi di proprietà, ma non con polemica”. Poi si comincia con il martellamento mediatico: “Già solo con quattro-cinque in più che abbiamo perso gli scenari sarebbero diversi e così le vostre valutazioni”. Se mio nonno aveva le ruote era un tram. E poi perchè Mazzarri non ricorda mai i punti presi grazie alle papere dei portieri di Fiorentina, Livorno e Torino. Ma è sul gioco che il delirio si fa pesante: “L’Inter ne ha fin troppo di gioco, poi bisogna sbloccare con una giocata, la Lazio giocava da piccola squadra perchè temeva l’Inter, abbiamo pagato l’unico errore”. Sì avete letto bene, lui ha dato un gran gioco, ma poi i giocatori non gli fanno la giocata, deh. E non basta, ecco i fuochi d’artificio: “Il bel calcio si fa in due, gli altri ti aspettano, bisogna che due squadre siano propositive, ma se hai undici giocatori che stanno davanti all’area e aspettano l’Inter è facile che la partita si può sbloccare solo sugli episodi. Se a Roma avessimo segnato noi per primi avremmo fatto un bel calcio, io questi li chiamo imput di riflessione che lascio a voi”. Il maestro Mazzarri ci lascia gli imput di riflessione, ora le lagne si chiamano così. Ma dove non lo batte nessuno è nel tirare il sasso e nascondere la mano: “Allegri? Non faccio mai confronti con altre squadre e non volevo fare confronti con il Milan”. Infatti poco dopo, “Io non ho un solo tipo di calcio, come dicono quelli che vogliono sminuire, ma quando hai ereditato un gruppo, cerchi di mettere la migliore squadra. Per esempio se hai come la Fiorentina degli attaccanti che aiutano poi puoi giocare con tutti i centrocampisti tecnici. Io posso anche cambiare modulo, so insegnare tutti i moduli, ma la squadra deve reggere i cambiamenti”. E poi si ricomincia, indovinate di chi è la colpa dei punti persi? “Il processo di crescita dei giovani si paga perdendo dei punti”. Ma chi se le beve ‘ste fregnacce, come fanno i giovani dalla panchina a far perdere punti? Una cosa è certa, Mazzarri ama ricordarci quanto è stata grandiosa la sua carriera, cosa gliene importi ai tifosi interisti che lui ha preso il Napoli al sestultimo posto e ha salvato la Reggina non si capisce, ma lui ad ogni conferenza ripete che “Siamo ripartiti in un certo modo, avete visto il finale del campionato scorso, con tante sconfitte consecutive, c’era da ripartire da tutto. E anche a Napoli presi la squadra dal sestultimo posto, scremando a gennaio, c’è da aver un po’ di pazienza. Se siete d’accordo ora e ve l’ho spiegato spero non se ne parli più e non me lo chiedete più”. Sì, maestro.
Infine c’è spazio anche per il contorsionismo, Qualcuno finalmente ha il coraggio di chiedergli delle lunghe vacanze natalizie, la risposta è degna di Zelig: “Pausa natalizia lunga? Non è che prima della pausa avessimo fatto bene, il derby non era stata una buona partita”. Ma come, non ci hai raccontato per un’ora quanto dobbiamo essere soddisfatti?
Si segnala la scomoda domanda dell’inviato del Corriere della Sera, dopo aver chiesto l’ultima volta al tecnico se aveva smesso di fumare, oggi si spinge a chiedergli se si aspetta qualcosa di più dai calci piazzati.
Si chiude col grido di battaglia, “Ai ragazzi ho detto se voi andate in campo e mettete tutto quello che io ho dentro li sbranate”. E’ arrivato O’ sbranatore.