E’ cominciata. E’ cominciata l’era Thohir. E ora? Cosa farà Erick? Nell’intervista ad Inter Channel il nuovo presidente dell’Inter ha chiarito quali saranno gli obbiettivi. L’Inter dovrà “Vincere, essere emozionante da vedere (“exciting to watch”) e godere di buona salute finanziaria”.
Queste tre cose dovranno andare di pari passo, il risanamento dei conti dovrà essere importante tanto quanto vincere e il bel gioco sarà fondamentale per attrarre un target di quasi tre miliardi di telespettatori tra Asia e Stati Uniti. A differenza di quanto riportano diversi media, non c’è stato spazio per nessun proclama e tanto meno non c’è stato nessuno “show”, se non quell’imbarazzato “chi non salta rossonero è” a margine di una conferenza improntata dal pragmatismo e da parole rispettose per Moratti e la tradizione nerazzurra. Moratti ha cercato delle persone responsabili per il futuro “sostenibile” dell’Internazionale e Thohir si è presentato in questa veste. Incalzato dal direttore di Inter Channel è stato quasi costretto a dire che la finale di Champions a Milano nel 2016 è un possibile obbiettivo, anzi una “sfida”, ma il vero obbiettivo è entrare nella top ten mondiale nell’arco di dieci anni. Il che significa riportare l’Inter ad avere come obbiettivo minimo i quarti di Champions, come nel decennio scorso, ma non subito. La nuova squadra verrà costruita nell’arco di due-tre anni e il giovane Erick nell’elencare la pazienza come una sua virtù, ha implicitamente chiesto ai tifosi di avere pazienza, perchè il progetto è a lungo termine. Ciò non vuol dire che manchino entusiasmo ed emozione, anzi.