Vogliamo chiamarle imbeccate? Ma sì chiamamole così. In questi primi mesi di campionato abbiamo imparato che nelle conferenze stampa prepartita di Mazzarri certe domande si ripetono sempre. Sono domande che hanno il sapore di essere degli assist, i quali permettono al tecnico di poter dire che lui viene dalla gavetta, fa un bel gioco moderno e propositivo e che anche Thohir se ne è accorto. Le risposte di Mazzarri sono sempre le stesse, si va dal classico “Fanno molto piacere le parole di Thohir, bisogna dare una base tattica e un gioco e lo stiamo facendo”, alla lezioncina sul modulo di gioco, “Si è parlato di giocare con un attaccante in più, ma conta come si muovono i giocatori ed è altrettanto importante non prenderli i gol.”
Quest’ultima è una risposta alla domanda scomoda “Avete fatto tanti gol quanti la Roma”, che vorrebbe dimostrare che l’Inter gioca bene quanto la Roma. Ma la risposta a onor del vero e fuori dalla propaganda dimostra che per Mazzarri conta per primo la fase difensiva e il non prenderle.Cosa tra l’altro assolutamente legittima. D’altronde ogni gol fatto non corrisponde necessariamente a bel gioco o gioco propositivo. Si può segnare in tanti modi e da tifosi dell’Inter ci vanno bene tutti, compresa la sequela horror di uscite a vuoto dei portieri avversari, da Neto della Fiorentina a Brkic nell’ultima partita a Udine, passando per la doppia papera di Padelli del Toro e le incertezze di Rafael del Verona oppure il tiro al bersaglio contro un Sassuolo mai entrato in campo. L’importante è che l’Inter segni, ma da sportivi e obbiettivi non siamo così ingenui da considerare questi gol effetto automatico di bel gioco propositivo. Un altro tema ricorrente nelle parole di Mazzarri è la questione sfortuna e quei punti che mancano all’Inter, per via del tiro malandrino di Nainggolan deviato da Rolando, che permise al Cagliari di toglierci due punti. Ma la compensazione per fortuna è già arrivata, con il tiro di Jonathan contro il Verona entrato in rete grazie alla deviazione di Moras. Ben venga.