In questa conferenza pre Atalanta-Inter spuntano molti elementi dell’idea di calcio di Mazzarri. L’allergia al gioco in verticale, “Sono contento, non andiamo sempre in verticale rischiando i contropiedi ma siamo migliorati nel palleggio”, la sua preoccupazione di subìre contropiedi avversari e la volontà di non scoprirsi troppo, “Con la Roma partita strana, abbiamo attaccato in troppi e subìto il contropiede.” Terzo aspetto la sua idea di calcio senza un regista davanti alla difesa e l’avere due centrocampisti su tre che hanno come priorità la fase difensiva, “Kovacic regista centrale non lo escludo a priori, ma Alvarez e Kovacic in mediana sono incompatibili; la qualità preferisco averla sulla trequarti o sugli esterni”.
Tre elementi che invece erano tipici dell’idea di calcio di Stramaccioni, sono forse questi “i retaggi del passato” di cui Mazzarri parlava, non solo dal punto di vista psicologico.
Una novità invece di questa conferenza è una certa autocritica tra le righe, certo, tra un “siamo stati perfetti” e l’altro Mazzarri ammette però che a Torino “come approccio siamo partiti male, anche il rigore nasce da un’azione importante dei granata”, mentre “a Cagliari siamo stati perfetti, solo non abbiamo accorciato sul tiro di Nainggolan; Col Verona siamo stati perfetti come approccio, poi sul 2-0 i ragazzi hanno pensato di stravincere e si sono rilassati; se ci rilassiamo possiamo soccombere con tutti.”
In generale un Mazzarri molto tranquillo, dopo la rabbia di Torino e le risposte piccate prima di Inter-Verona. Potere dei tre punti o imput societario a cambiare atteggiamento?