L’Inter non ha segnato per la quinta partita consecutiva subendo la quinta sconfitta consecutiva, tra campionato e coppa. E’ il mese peggiore della storia dell’Inter, ora ci sono due mesi per far sì che non sia la stagione peggiore della storia dell’Inter. A Napoli, con due centrocampi compassati, la differenza complessiva l’ha fatta il gioco sulle fasce, mentre il gol è arrivato dalla creatività di rottura di Dzemaili, Cavani e Lavezzi. L’Inter è stata pericolosa solo alla fine dei due tempi, nel secondo dopo l’espulsione di Aronica che ha lasciato il napoli in 10 nell’ultimo quarto d’ora. Ranieri aveva proposto lo stesso centrocampo a rombo di Marsiglia, con Cambiasso molto largo a sinistra e zanetti più centrale, forse con l’idea di dare più spazio alle progressioni di Faraoni, che però non ci sono state. Con un centrocampo lento e provato dalla lotta di Marsiglia, sono mancati proprio i due terzini Faraoni e Nagatomo che non sono riusciti a spingere. Ranieri puntava sicuramente sul dinamismo dei due, sia per struttura di una squadra schierata a rombo, sia per le caratteristiche offensive di tutte e due terzini schierati. Ma l’Inter ha perso la partita proprio sulle fasce. Faraoni intimidito e in difficoltà con Lavezzi che spesso lo puntava, Nagatomo con pochi spazi davanti senza palla e con un lungo periodo di rodaggio prima di prendere le misure a Maggio. Nella ripresa allora Ranieri ha deciso di farli salire tutti e due esterni di centrocampo inventando una difesa a tre in un modulo 3-5-2, che non ha dato frutti, anzi è arrivato il gol di Lavezzi, da una palla sviluppata a centrocampo e una percussione di Dzemaili che ha bruciato Lucio in dribbling.
La situazione è questa, L’Inter crea poche occasioni e le sciupa clamorosamente, dall’altra parte gli avversari col minimo sforzo alla fine trovano il gol, senza fare nulla di trascendentale nel complesso della partita. Nel primo tempo un Napoli compassato aveva impegnato seriamente Julio Cesar una sola volta, è vero che di fatto alla prima o seconda occasione ci fanno gol, ma col Bologna e il Napoli le reazioni sono arrivate solo nei minuti finali. Marsiglia a parte, dove si è vista una squadra lottare e perdere a tempo scaduto, l’Inter scende in reattività partita dopo partita, Ranieri vede tutto questo e cerca sempre di correre ai ripari coprendo prima di tutto la difesa e avvicendando un attaccante. Forse è arrivato il momento di tentare il tutto per tutto ed iniziare a giocare per fare un gol in più degli avversari, perchè tralasciando le sconfitte, quello che è successo nell’ultimo mese è incredibile sul piano dei gol non fatti: cinque partite senza segnare da parte di una squadra che aveva mandato in gol il più alto numero di giocatori. Prima segnavano poco, ma tutti, ora non segna più nessuno. E non erano mancate le goleade, 4-1 al Lecce, 5-0 al Parma, 4-4 col Palermo, e proprio dopo quest’ultima la carestia di gol, quasi che Ranieri dopo questa partita folle si sia concentrato esclusivamente sul non prendere gol e limitare i danni. A Roma in svantaggio togliamo un attaccante per un centrocampista, a Marsiglia dentro Obi per Zarate, ieri Cordoba per Sneijder. Mentre in casa subiamo il catenaccio dei Bologna e dei Novara, in trasferta dove ci sono più spazi l’Inter non osa e Ranieri sembra più preoccupato a mantenere il risultato. Preoccupazione in parte giustificata dai cali fisici che la squadra ha nei secondi tempi, ma che alla fine dà coraggio agli avversari. Col senno di poi forse aveva ragione l’autodichiarato non-allenatore Leonardo, che faceva giocare la squadra per fare un gol in più, la cosa funzionò fino allo Schalke e al Derby, con un Eto’o in più s’intende. Preso atto che un ciclo è finito, ci sono due mesi e mezzo di stagione da onorare. Forse rimangono solo due soluzioni. O si torna al 4-4-2 o si tenta il tutto per tutto giocando come con il Palermo. Meglio rischiare di perderle tutte 5-4 che morire lentamente di 0-1 in 0-1.
Postilla Alvarez, la sua assenza si sente eccome, con buona pace dei suoi critici, era l’unico che svariava, provava soluzioni differenti, spesso sbagliando certo, era l’unico che saltava l’uomo, triangolava nello stretto, se poi invece per alcuni il problema è che abbiamo venduto Muntari, io mi tengo Moratti e Branca a vita che comprano Alvarez, sperando che chi fischia Alvarez e rimpiange Muntari non abbia mai potere decisionale all’Inter.