C’è il sette in questa partita, arrivata nel mezzo di un cambiamento epocale per la storia dell’Inter. 2700 sono le partite in serie A dall’Inter e sette sono i gol rifilati al Sassuolo. Si vede che questa partita voleva passare alla storia insieme a questi giorni e ci è riuscita. Sette gol segnati, con sette palle gol create e senza mai subire. Troppa la differenza tra le due squadre, tanto era organizzata una nel difendere e bloccare tutti gli spazi sulle fasce, tanto era disorganizzata l’altra coi reparti che andavano l’uno per conto proprio e prestazioni singole imbarazzanti. Come il povero Pucino, che ha sulla coscienza un’autorete e due mancate chiusure in altri due gol, per non dire di quel Kurtic, che ha dimenticato la fase difensiva negli spogliatoi. Di Francesco chiedeva ai suoi di stare più alti, ma la prima volta che la linea difensiva è salita poco prima della linea di metà campo è stata scavalcata dal preciso lancio di Jesus, che in seguito ha eluso il pressing disorganizzato del Sassuolo, saltando Chisbah e Magnanelli, venuti a pressare mentre gli altri stavano a guardare e la difesa arretrava, trovando lo sfondamento centrale per l’azione del raddoppio conclusa da Taider. Tre gol nati da lanci dalle retrovie, cosa improbabile in serie A, uno sfondamento centrale, un contropiede, uno sugli sviluppi di un calcio piazzato e uno con una giocata da fondo campo di Alvarez. Tre gol nel primo tempo, quando finora se ne era segnato solo uno e tre chiudendo l’azione andando sul fondo. Ma più che andare al settimo cielo bisognerà rimanere coi piedi per terra, per affrontare la Fiorentina.