La storia continua

“Ma questo è un ristrutturare tutto in termini più organizzati per affrontare il futuro. Visto che ci sono giocatori che costano cento milioni, a questo punto bisogna cominciare a capire che, per rimanere allo stesso livello, ti devi strutturare in termini tali da poter affrontare anche questo tipo di situazione. Perchè l’Inter non può rimanere a un livello diverso”. Preferisco ripartire da qui, da questa frase in morattese di Moratti, ma tutto sommato chiarissima. No perchè nel sentire quel tifoso intervistato un mese fa fuori dallo stadio dire “Meglio lottare per non retrocedere, ma con Moratti, che vincere con Thohir” ero rimasto piuttosto perplesso. E meno male che Moratti non la pensa così. Una squadra di “grande talento”, disse il pittore e poeta Muggiani, quando l’Internazionale fu fondata, e di “fratelli del mondo”. Non una favoletta nostalgica per pochi intimi, ma una grande storia. Per questo mi convincono ancor meno gli editoriali dove il tifoso viene trattato come un bambino timoroso o un fuori dal mondo che non sa che viviamo nell’epoca della globalizzazione. E non credo nemmeno ad una malinconica uscita di scena di Moratti o dei Moratti, che invece rimarranno ancora in società e non in maniera simbolica. E ora usciamo dalla palude, mai più nono posto, mai più giocatori in prestito, tuffiamoci nel futuro, Internazionale Football Club, consapevoli della nostra storia.

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