Bologna, il primo gol di Ronaldo con la maglia dell’Inter

A Bologna c’è una pioggia torrenziale, arriva l’Inter e al Dall’Ara Ronaldo segna il primo gol con la maglia nerazzurra. Non è la prima giornata, è la seconda, siamo nel settembre 1997 e sta iniziando una stagione storica per l’Inter. Alla prima Ronaldo aveva giocato bene, nell’entusiasmo totale con 70000 spettatori al Meazza, c’era il Brescia e ad una ventina di minuti dalla fine Hubner mandava in frantumi il clima glorioso portando in vantaggio il Brescia. Quel giorno fu il giorno di Recoba, che rispose allo spigoloso attaccante bresciano con due sinistri magici da trentacinque metri dando il 2-1 finale all’Inter, e, qualcuno disse, mantenne più salda la panchina del buon Gigi Simoni.

Alla seconda giornata a Bologna bastò invece il gol di Ronaldo, con un’azione dalla sinistra, scatto fulmineo, istintivo, maestrìa nel dribbling, tiro che non dava speranza al portiere. 0-1. E gli interisti sognano. O forse il ricordo si confonde con il sogno, perchè io di quella partita ricordo solo il gol di Ronaldo e l’entusiasmo del pubblico bolognese per Roby Baggio (oltre alla pioggia presa), ma la partita finì con un roboante 2-4 con tanto di magìa di Djorkaeff, come si vede nel filmato sotto.

Poi verrà tutto il resto, una stagione lunghissima, fin da subito piegata dalla cupola, ma con la vittoria in Europa a Parigi con la Lazio, i mondiali e il malessere di Ronaldo. Gli anni successivi sappiamo tutti come andò, gli infortuni gravissimi, le lunghe attese fiduciose dei tifosi, e infine la fuga da ladro, di notte, verso Madrid.

Da allora il rapporto giocatori-tifosi è cambiato in casa Inter, nessuno come Ronaldo poteva essere accolto con così tanto calore e gioia e suscitare in seguito alla sua fuga un tale senso di tradimento. Non è un caso che negli anni successivi all’Inter è emersa una bandiera gregaria (nel senso più nobile del termine), Javier Zanetti. E l’ultimo idolo non è stato un giocatore, ma un allenatore, Josè Mourinho, anche lui approdato come Ronaldo a Madrid. Per alcuni un altro tradimento, per molti una scelta annunciata tra i filtri delle parole dallo stesso Josè da mesi. Ma questa è un’altra storia.

 

Ci fu anche un ritorno clamoroso di Ronaldo a Milano, ma con la maglia del Milan, ma il tutto seppe più di patetico che di secondo tradimento, quello non era Ronaldo, ma un ragazzo grassoccio e spaseato che non combinò nulla. Si trattò dell’ennesimo pacchiano e maldestro tentativo da parte della dirigenza rossonera di fare un colpo in stile Seedorf, una cosa che non val la pena nemmeno di essere raccontata e non entra nella storia, ma nelle barzellette.

 

Dopo il recente addio al calcio di Ronaldo molti interisti hanno continuato a considerare Ronaldo un traditore, altri hanno invece voluto ricordarlo per le grandi giornate che ci ha dato. Il suo arrivo all’Inter era stato qualcosa di paragonabile all’arrivo di Maradona al Napoli per delirio collettivo suscitato, per allegria portata, e fu anche l’ultimo colpo folle del calcio italiano, destinato negli anni a venire ad un lento generale declino, deflagrato con lo scoperchiamento della cupola, tenuto in vita dal successo a Madrid dell’Inter. Ancora Madrid.

 

 

 

 

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