Palacio è stato il migliore in campo domenica. Non Campagnaro e Alvarez, che hanno giocato una buona partita (Alvarez il secondo tempo) e hanno avuto tutti gli onori, ma non sono stati fondamentali come il Trenza. Non solo Palacio ha segnato in pratica un gol e mezzo, visto che il primo gol è quasi in coabitazione con Nagatomo, ma è stato il riferimento di tutte le azioni dell’Inter, sia di rimessa, che a difesa schierata. L’azione tipo di rimessa è stata quella vista al 57′: Alvarez che recupera palla e Palacio che gli viene incontro, fa sponda per la folata di Guarin che spezza il campo e arriva al tiro-cross, Palacio in scivolata manca la deviazione vincente. L’azione di rimessa si è ripetuta tre volte, ma la costante è sempre stato il movimento di Palacio a dettare il passaggio nel punto giusto per poi far partire di sponda l’uomo in contropiede. Può essere stato ancora Alvarez o Taider o Kovacic a recuperare palla, di nuovo Guarin o Alvarez o Campagnaro a involarsi, ma il fulcro che fa il movimento giusto e fa partire il contropiede è sempre Palacio.
A difesa schierata invece sarebbe stato impossibile trovare uno sbocco se non ci fosse stato il movimento sempre intelligente dell’argentino, da vero regista d’attacco, che viene a ricevere e poi fa rigirare il pallone mettendolo sempre dove vuole. Palacio ha così alimentato tutte le azioni dell’Inter, che senza di lui sarebbero state prive di manovra e di tempi. Probabilmente è stato dato per scontato e tutti gli onori sono andati alla novità Campagnaro e alla sorpresa Alvarez. Il primo è stato molto grintoso, ha partecipato anche ad un contropiede e a diverse azioni d’attacco, ma ha perso anche diversi palloni, magari andando poi a recuperarli suscitando l’ovazione, ma dopo averli persi. In difesa ha lasciato sfilare due palloni in area molto pericolosamente, in uno mettendo Kucka davanti ad Handanovic in corresponsabilità con Jonathan. Alvarez nel primo tempo è stato il solito, si è trasformato nel secondo come mezz’ala sinistra. Ha recuperato almeno quattro palloni lottando a metà campo, in fase d’attacco si è collocato in una posizione a metà tra il trequartista e la mezz’ala, più avanti rispetto a Guarin, dandogli una soluzione in più di passaggio, invece del solito passaggio al terzino o alla punta che si sgancia in fascia. E’ stato bravo, ma non è stato incisivo, i suoi tre assist non sono andati a buon fine, uno è finito a fondo campo, uno è stato intercettato, mentre in uno ha servito Guarin troppo presto. Quindi uomo partita Rodrigo Palacio.