Fratello Stankovic, dove sei?

Eroi del triplete dove sono

Dejan Stankovic, già a parlare di lui mi emoziono, sono fatto così. Cuore serbo, collo taurino, centrocampista eclettico capace di giocare in tutti i ruoli del centrocampo. In partita ci metteva l’anima, all’Inter arrivò nel gennaio 2004 dalla Lazio fortemente voluto da Roberto Mancini per soli 4 milioni, che poi a leggere certe cifre vien da ridere a sentir parlare di un’Inter spendacciona che vinceva solo a suon di quattrini. Cambiasso a parametro zero, come ricordato nel precedente articolo, Julio Cesar, Maicon e Dejan per poco, certo, nessuno lo nega ci furono acquisti faraonici che non resero, però il paradosso è che quelli arrivati per poco come anche capitan Zanetti sono stati l’ossatura di quei anni. Ma torniamo al nostro stregone, Mancini volle per lui un ruolo di trequartista atipico, non doveva solo creare, ma anche pressare il regista avversario, con grandi benefici per la squadra. Lui si buttava nella mischia. Piede vellutato, cuore da operaio, al Milan fece un gol da 35 metri come se non se ne vedono più, al Genoa e allo Schalke fece gol direttamente da centrocampo! Con l’arrivo di Sneijder, Mourinho lo rispostò mezz’ala, dando polmoni d’acciaio al reparto. Figlio di due calciatori, tre figli che stanno intraprendendo la carriera di calciatori. Una famiglia nel pallone, insomma. Intanto, abbandonata la carriera è tornato all’Inter come team manager nel 2015-16 con l’inseparabile Mancini, mentre oggi allena lo Spartak Mosca dopo esperienze alla sua Stella Rossa Belgrado e alla Sampdoria tra le altre. Genuino, onesto, simpatico, leale, solo qualche infortunio di troppo lo ha limitato. Pensare ad un suo erede è difficile perchè oggi nessun centrocampista tenta tiri da 35-40-50 metri, certo ci sono tanti tuttocampisti, uno che potrebbe tornare a provare nel tiro da fuori oggi è sicuramente Barella. Intanto rimangono nel cuore i suoi 42 gol segnati con la maglia del Biscione.