Tagliamo subito la testa al toro, che poi era un vero toro, Chivu, nell’Inter del triplete era considerato un po’ l’anello debole, lui difensore centrale dai piedi raffinati da affinare nei calci piazzati, fu piazzato invece terzino sinistro nell’anno del triplete, Javier Zanetti lo aiutava sempre nei raddoppi, ma poi a ben vedere, di sui grandi errori non si ricorda, rinculava e rintuzzava, i tifosi ipercritici però imprecavano, ma lui soffriva e resisteva. Lo accusavano di essere lento, ma aveva classe. Arrivato all’Inter nel 2007, a 27 anni, ci ha giocato per sette anni, a Verona col Chievo ha rischiato la vita per l’Inter nel 2010, uno scontro di gioco, uno scontro di gioco alla testa che lo ha portato in terapia intensiva e ci ha fatto vivere momenti di terrore, allora lui è diventato il giocatore col caschetto. Tutti gli volevano bene. Dal 2014 Ha allenato fino alla stagione scorsa tutte le giovanili dell’Inter, dimostrando il suo attaccamento. Ed ora, a 44 anni è in cerca di nuove avventure. La vita non finisce a 44 anni. Forza Chivu. E allora? Proprio ora prende piede che potrebbe essere il nostro il nuovo coach della nascente Inter under 23…