Benvenuti nella Milano Medioevale
Il dibattito no, non lo avevo considerato. Ma il dibattito fantozziano sul nuovo stadio di Milano ha emesso le sue sentenze. Le truppe cammellate che si autoproclamano rappresentanti della città hanno dato al sindaco Ponzio Pilato l’alibi per mettere i bastoni tra le ruote a Inter e Milan nella costruzione del nuovo stadio. D’altronde i soldi dei due club fanno gola e guai che abbiano uno stadio di proprietà come succede ormai in tutto il mondo. Lo stadio deve rimanere di proprietà del comune, come in Unione Sovietica, ma con pista ciclabile annessa, sia chiaro! E allora al grido di “vogliamo più verde !”, non basta la proposta di Suning e Cardinale di costruire un’area verde intorno al nuovo stadio grande quasi come il Parco Sempione (e chi è di Milano ha capito), no è troppo poco! La volumetria? Va dimezzata! Ma la capienza dello stadio? Aumentata! Le emissioni di Co2 durante l’abbattimento? Non possono esistere! L’inquinamento d’altra parte può esistere solo nei riscaldamenti degli uffici comunali a 40 gradi d’inverno e nell’aria condizionata a palla d’estate.
La palude dell’emendamento ci riporta ai tempi d’oro della politica burocratica del secolo scorso, che però oggi un po’ puzza. Nella città un tempo dell’innovazione e del futuro oggi spadroneggiano gli ecotalebani e gli statalisti, ma nel mondo reale per competere in Champions serve uno stadio che sappia fruttare ricavi importanti, ma non è solo una questione di risultati sportivi, perchè sono annessi migliaia di posti di lavoro in ballo, un quartiere riqualificato, vivo sette giorni su sette, mio Dio che schifo, vuoi mettere sventolare la propria bandierina ecoideologica e condannarci al sottosviluppo, al deserto e al degrado? Gli ecoaristocratici si godono Citylife e Porta Nuova, ma guai a fare una cosa simile a San Siro. Ridateci la vecchia borghesia democratica meneghina che produceva sviluppo e progetti, liberateci da questa ecoaristocrazia deprimente.