La festa scudetto interista sotto il duomo
Cantava Manzoni del bel cielo di Lombardia, forse si riferiva, non vogliamo essere blasfemi, allo stupendo cielo che come una coperta copriva le spalle del Duomo mentre sotto il tempio meneghino migliaia di interisti festanti godevano del diciannovesimo scudetto
Allora eccovi una carrellata di un cielo che si fa notte, i colori della notte, quelli veri interisti, azzurro grigio-scuro, nero, i veri colori dell’Inter, aspettando l’ornamento della seconda stella
Così diceva Manzoni nei promessi Sposi: Il cielo prometteva una bella giornata: la luna, in un canto, pallida e senza raggio, pure spiccava nel campo immenso d’un bigio ceruleo, che, giù giù verso l’oriente, s’andava sfumando leggermente in un giallo roseo. Più giù, all’orizzonte, si stendevano, a lunghe falde ineguali, poche nuvole, tra l’azzurro e il bruno, le più basse orlate al di sotto d’una striscia quasi di fuoco, che di mano in mano si faceva più viva e tagliente: da mezzogiorno, altre nuvole ravvolte insieme, leggieri e soffici, per dir così, s’andavan lumeggiando di mille colori senza nome: quel cielo di Lombardia, così bello quand’è bello, così splendido, così in pace. Se Renzo si fosse trovato lì andando a spasso, certo avrebbe guardato in su,