L’Inter dei record e l’Inter di Conte
L’incredibile 1989, un’annata che cambiò il mondo. L’Unione Sovietica iniziava a crollare, mentre la Cina metteva le basi del suo impero con i carri armati di piazza Tienamnen che schiacciavano gli studenti che chiedevano libertà. Intanto Milano era la capitale del calcio, la rivoluzione conservatrice teneva botta grazie all’Inter di Trapattoni, “difensivista” capace di schierare una squadra dalle individualità iperoffensive, mentre il collettivismo di Sacchi era rivoluzionario sulla carta, ma metteva in riga in linee orizzontali i giocatori ed era ossessionato dalla difesa che applicava la tattica del fuorigioco. Da una parte un “conservatorismo” che lasciava libero l’individuo e l’estro creativo, dall’altra un rivoluzionarismo malato di tatticismo e collettivismo, intimamente conservatore e difensivista.
Ed oggi molti vedono delle somiglianze nell’Inter di Conte con il suo maestro Trapattoni. A mio modo di vedere in realtà Conte è più sacchiano nel voler plasmare l’individuo alle sue idee di gioco, ma è trapattoniano nella struttura di squadra. Un 3-5-2 con tante similitudini con quelle dell’Inter dei record, così è passata alla storia.
In difesa due difensori marcatori, Skriniar sta a Bergomi per come marca e per come si spinge in avanti, anche se lo “zio” andava fino sul fondo a crossare, come nel derby, quando servì l’assist ad Aldo Serena. Dall’altra parte Bastoni rispetto a Ferri è più tecnico e impostatore, ma sta imparando a diventare un muro come il Riccardo di Crema e il Samuel. De Vrij fa quasi il libero alla vecchia maniera, come Mandorlini e Verdelli, ma con più qualità. A centrocampo c’è un regista basso come Brozovic, alla Matteoli, anche se il sardo forse era meno geometra e più architetto, ma oggi i lanci lunghi vanno meno di moda, pur se Conte punta molto sui cambi gioco. La grande analogìa è tra Nicola Berti e Barella, lo stesso nicolino lo ha detto ospite di Chiambretti l’altro giorno, tra i due ci sono grandi somiglianze, anche se il cavallo di Salsomaggiore ha rimarcato di essere più alto :). Quello che forse manca a questa Inter attuale è un Lothar Matthaus, giocatore forse irripetibile: Conte alterna invece nel ruolo di interno sinistro giocatori diversissimi tra loro come Gagliardini, Vidal ed Eriksen. In fascia destra il nostro Alessandro Bianchi è Hakimi, anche se l’ex Real ricorda più Maicon. A sinistra Perisic si candida come nuovo Bremhe, alternato però a Young e Darmian.
In attacco la coppia Diaz-Serena passerà alla storia come una delle più amalgamate, al contrario oggi Lukaku e Martinez si alternano nel ruolo di prima e seconda punta, anche se Berti scherzando ha detto che Lukaku assomiglia a Serena. Si va meno al cross per la testa e si gioca più palla a terra però.
Somiglianze e diversità, ma rispetto al 1989 anche il 2021 conferma Milano di nuovo capitale del calcio dopo un periodo di dominio bianconero.
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