Tifo cronaca dell’Inter
62000 interisti hanno cinto l’Inter per la prima di campionato
Una serata a san Siro. La prima giornata è sempre particolare perchè si gioca in piena estate. Come ormai ho preso d’abitudine mi reco al tempio con una lunga passeggiata per le strade di una Milano ancora vuota. Indosso la maglia del ’15/16, quella all black a righine azzurre che fece tanto discutere ma che a me piace moltissimo. Incrocio dei bambini in una gelateria che mi salutano, ricambio col pollice alzato.
Fuori dallo stadio mi si para davanti il sosia di Lukaku con fidanzata al seguito, la gente lo guarda ridendo, ma rinuncio alle salamelle dei baracchini, troppa coda, allora patatine, birra e caffè al baretto interno. Dopo tanti anni prendo posto al secondo anello rosso, ultime file, e mi si para davanti sullo sfondo il nuovo skyline dei grattacieli di Milano, spettacolare. Il cielo è grigio-azzurro, come è quello storico dell’Inter, non l’azzurro-mare che hanno scelto quest’anno.
I tifosi ospiti sono attesi in 2500, ma ad occhio li stimo in 1800. A causa delle vibrazioni la parte centrale del terzo blu è chiusa, perciò i leccesi sono divisi in due, come la corea del nord e del sud. Effettivamente c’è da dire che le vibrazioni ci sono veramente, pensavo fosse un’invenzione per dare un argomento in più alla demolizione del Meazza e invece no. Il gruppo da Lecce arriva all’ultimo, circa 500, gli altri sono chiaramente residenti al nord. Il tifo è senza bandiere, ma colorato da una sciarpata. I cori sono intermittenti, ma possenti, come quelli della curva di casa che ad inizio gara si esibisce in una coreografia in onore di Diabolik, ultrà laziale e narcotrafficante ucciso in un regolamento di conti. Dopo il nazista di Varese ora abbiamo gli onori di casa per lo spacciatore, sempre peggio. Quanto meno la curva nord espone due striscioni, uno per Oriali e uno per Gigi Simoni che sta lottando, lo stadio applaude il secondo e si unisce ai cori per lui.
Nell’intervallo passa sulle scale Gianni Pradè, uno dei pochi a capir di calcio nella trasmissione Qui Studio a Voi Stadio, ma litiga con il bibitaro perchè non ha il resto, poi tira fuori le monete dalla tasca e si scopre che aveva i soldi contati giusti, mah.
La partita va via tranquilla, c’è il giusto entusiasmo tra il pubblico, ma anche la consapevolezza che la strada è lunga. Scatta già la scintilla con Sensi e Lukaku, ma ci sono anche cori per Ranocchia. Si va a casa, il nerazzurro è pronto ad una nuova stagione.