San Siro bello di notte, non si tocca

La serata per Inter-Roma allo stadio

Milano nerazzurra non tradisce, la serata come sempre è importante più per l’atmosfera che per lo spettacolo in campo

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Pasqua a san Siro

E’ una serata calda a Milano, l’occasione per tornare a san Siro in compagnìa del vecchio tifoso interista Amedeo, una vita tra il Belgio, la Germania e Roma, che spesso ci ha scritto sul sito, e la sua bellissima nipote Luce, una vera principessa. Amedeo, ex minatore in Belgio, ha avuto una vita davvero avventurosa tra dure battaglie sindacali e storie amorose con donne dell’Est Europa, ma oggi è felicemente sposato con una bellissima nobildonna siciliana. Insieme a loro abbiamo l’onore di conoscere anche Stephen Ficks, un ex portuale inglese di Londra, tifoso del West Ham, che ci racconta di come sia cambiata l’East London negli ultimi dieci anni, “invasa” da emigranti italiani, ma sempre ricca di pub e di cultura di quartiere a cui lui non rinuncerebbe mai.

Tifosi romanisti

Prendiamo posto al secondo anello arancio, dopo tre stagioni al primo anello, torno al piano superiore, giusto il tempo di ribadire che a san Siro si vede bene dovunque, anzi, per analizzare gli aspetti tattici del match, il secondo piano è anche migliore del primo (e a sua volta il terzo anello). Da notare che il pubblico del secondo anello è in realtà più rilassato del primo. Posso tranquillamente dire anzi che, curva a parte, le peggiori facce da gaglioffi le ho incontrate al primo rosso, realtà a dire il vero molto variegata, mentre gli elementi più incazzosi e isterici stanno sicuramente al primo anello arancio centrale. Al secondo arancio c’è bella gente di popolo, tutta a dire il vero schierata con Icardi nella nota querelle di cui parliamo a parte (leggi QUI) e pronta a sostenere la squadra con generosità.

Nel settore ospiti ci sono solo 1600 romanisti, senza bandieroni, con due-tre bandiere medio-piccole, dietro gli striscioni “Roma” e “Boys”, ma con anche tanti tifosi non ultras dei Roma Club, non solo della capitale, ma anche di Bergamo e Como. L’entusiasmo non è alle stelle, canta solo un gruppetto di 200 persone, nel primo tempo si concentrano a beccarsi con la curva di casa, che incita la Lazio, poi nella ripresa ripropongono qualche vecchio coro storico, ma sono veramente fiacchi.

Il pubblico totale è di 60mila spettatori, con il secondo anello esaurito e pochi sparuti seggiolini vuoti al primo, il terzo è aperto solo per gli ospiti e per un gruppetto al terzo rosso. Il dato è in fondo in ribasso se pensiamo all’importanza del match e alla media stagionale, ma in larga parte spiegabile con il lungo ponte pasquale che ha svuotato Milano.

Anche la curva di casa è abbastanza spenta, sopratutto nel secondo tempo, il Meazza si realizza sopratutto per un’incredibile tramonto nel prepartita che lo colora di rosso, mentre l’inglese Stephen onestamente, abituato ai ritmi della premier, non è particolarmente esaltato, ma è ammirato dallo stadio milanese e non si capacita come lo vogliano abbatterlo, spiegandomi di non commettere lo stesso errore che ha commesso la sua squadra coi martelli incrociati, la quale ha rinunciato al vecchio stadio di Hupton Park per giocare nell’anonimo stadio olimpico. Anche Amedeo mi ricorda che lui ha visto san Siro ad un solo anello, è convinto che nell’area ex trotto si potrebbero creare tutte quelle aree ricreative e commerciali mantenendo sanSiro, magari abolendo il terzo anello e creando degli immaginifici box al suo posto e mi invita caldamente a creare una campagna pro Meazza, strattonandomi vigorosamente la manica, in preda ad un vigore inconsulto per la sua età.

La partita si conclude in pareggio e lasciamo lo stadio per una spaghettata alle vongole in una rinomata osteria del quartiere, Milano non tradisce mai.

Amala.