Ieri ho provato a dare una lettura attraverso i numeri di questa stagione, oggi dilettiamoci di fotografia, immortaliamo tre momenti di questa stagione, tre momenti significativi, tre punti di svolta. La prima foto è scattata a Verona, c’è Chievo-Inter, i nerazzurri hanno appena perso in casa con il Siena ultimo in classifica e c’è già aria di trambusti. Nella foto c’è anche Sneijder, è la sua ultima presenza con la maglia dell’Inter, l’olandese gioca alle spalle di Milito, è la sera in cui si passa alla difesa a tre e, ma ancora non si sa, l’inizio delle sette vittorie consecutive. Dopo una ventina di minuti però Sneijder deve uscire per infortunio, al suo posto Cassano, siamo ancora sullo 0-0. I gol di Pereira e Cassano danno la vittoria all’Inter, ma sopratutto il nuovo modulo dà certezze e inaugura un approccio fatto di difesa e contropiede che funzionerà alla grande per cinque settimane. Sempre senza Sneijder, al punto da far credere di poter fare a meno di lui. Si tratta di un abbaglio, forse colpa del flash, ma tempo un mese e l’assenza di Sneijder si farà sentire eccome, ma ormai il muro contro muro con la società lo porterà fuori rosa e poi alla cessione nel mese di gennaio.
La seconda fotografia è quella della sera del 3 novembre e ci vede allo Juventus Stadium. Il 3-5-1-1 ha lasciato il posto ad uno spavaldo 3-4-3 sull’onda delle vittorie, ma anche qui la foto può ingannare, va vista nella giusta luce e angolatura, dove si vedono Palacio e Milito rientrare in difesa ed annullare Pirlo. La vera chiave della vittoria non è tanto il tridente, ma l’organizzazione della fase difensiva a partire dagli attaccanti. La vittoria fa sognare, ma è l’inizio della fine, l’Inter si farà presuntuosa, non difenderà più come a Torino, la condizione fisica andrà a picco e verrà presa a pallonate per i campi di mezza Italia.
L’ultima fotografia è quella del 7 marzo, l’Inter è spaventosamente invecchiata e non c’è photoshop che tenga, anzi nell’immagine compare il Tottenham, squadra giovane e dinamica che con un gioco moderno mette in risalto le rughe dell’Inter.
Questi i tre momenti che ho immortalato in questa stagione, il rullino non è finito, ma queste foto mi sembrano sufficientemente significative.
Francesco,
concedimi lo spazio per salutare un grande tifoso interista che ci ha lasciati: PIETRO MENNEA!
Soprannominato “la freccia del sud” è divenuto “la freccia d’Italia” nel mondo.
Uomo straordinario e di esempio soprattutto in un momento come quello che l’Italia sta vivendo: società, la nostra,
che ha perso il senso etico e civile in tutte le sue componenti. Mennea, oltre ad essere un grande atleta, è stato un
grande studioso che lo ha portato a prendere quattro lauree. E’ stato anche parlamentare europeo.
Ricordo la prima volta che sentii il suo nome. Fu alla radio, credo nel 1971, durante gli europei o gli assoluti italiani, che annunciava l’esplosione di un ragazzo straordinario di Barletta.
Fu subito inserito fra gli atleti olimpici per Monaco in Germania nel 1972 dove conquisto’
la medaglia di bronzo nei duecento metri.
L’insegnamento che ci lascia è di grande serietà professionale e di etica ove l’impegno, il lavoro, lo studio, fatti con sacrificio, portano a grandi risultati.
Blatter lo ha definito: un grande esempio per lo sport pulito!
Per noi interisti è un grande motivo di orgoglio aver avuto
un grande tifoso nerazzurro come Mennea!
Condoglianze a tutta la famiglia.
Grazie Nestore.