A che serve l’Europa League? Ce lo si chiede quando capita una trasferta in Romania a metà strada tra la tempesta di Firenze e i brutti presagi per il prossimo derby. Serve forse a ritrovare un po’ di autostima, tornando a vincere in trasferta dopo più di tre mesi e senza subire gol. L’ultima volta risaliva ancora in EL, a Belgrado contro il Partizan. Ma l’Europa League è anche un dio minore che non da meno vuole sacrifici importanti per sé, otto giorni fa si è portato via Milito, ieri a 8 minuti dalla fine di una partita ampiamente chiusa ha voluto con sè Ranocchia, distorsione al ginocchio e addio derby. L’Europa League serve ancora a Stramaccioni a provare l’ennesimo modulo, tornando all’originario 4-2-3-1, davvero strano per una squadra che si è appena liberata di due trequartisti (Sneijder e Coutinho) e non ha saputo dare un esterno offensivo al suo frastornato allenatore, se non quel Schelotto, che è andato subito a rimpinguare le file degli impresentabili. Capita allora di vedere nella batteria dei trequartisti un improbabile Guarin ala destra, Palacio centrale alle spalle di Cassano, ma tutto fuorchè rifinitore, piuttosto punta di movimento che si scambia la posizione con Cassano o taglia verso la fascia sinistra, e infine Alvarez a sinistra. Sarà un caso, ma il gol nasce con Alvarez e Guarin che si trovano a parti invertite sugli sviluppi di un calcio piazzato avversario, Alvarez può così fare il suo movimento a rientrare nascondendo palla agli avversari e imbucando la difesa alta del Cluj, allungo per Palacio che va in volata e deposita per Guarin che deve solo sospingere in rete. L’Inter evita di coprire tutta l’ampiezza del campo da linea laterale a linea laterale come visto nelle ultime partite e prova a stringere sulla sinistra, Palacio taglia verso quel lato, Pereira spinge, Cassano viene incontro e Guarin stringe verso il centro. Non ne viene fuori però niente, lo schema s’imbriglia. Da parte sua il Cluj si conferma squadra di serie B, che trova un corridoio sulla sua destra, dove Alvarez non sa cosa vuol dire difendere, qualche cross, una diagonale tardiva di Zanetti, qualche palla lasciata sfilare pericolosamente da Ranocchia, ma dall’altra parte è in agguato la papera clamorosa del portiere del Cluj, che saponetta la palla sui piedi di Guarin, che non fallisce con l’aiuto di Alvarez, 2-0 e partita chiusa. Ma l’Europa League serve anche a rivedere qualche giovane, ma non dal primo minuto, già prenotato da Cambiasso e Zanetti, incredibilmente in campo anche oggi, ma nella ripresa. Si è rivisto Benassi, sparito per un mese dopo le due ottime prestazioni di Gennaio, solito lavoro oscuro davanti alla difesa, e due inserimenti su lanci perfetti di Cassano, nel primo viene steso e procura il rosso, nel secondo resiste alla carica e realizza il 3-0. Poi Mbaye, presentato come giovane fenomeno della fascia sinistra ad inizio stagione e sparito per mesi, ricompare come mediano davanti alla difesa. Infine Pasa, interno sinistro, uno che tratta veramente bene il pallone. Si va agli ottavi, prossimo avversario il Tottenham di Villas Boas, l’Europa League assume un significato diverso, ma prima c’è il derby, che non ha bisogno di dare motivazioni.