Lettere a Calciointer, un merito di Spalletti

Lettere dei tifosi interisti, vecchi tifosi nerazzurri

Ci scrive Amedeo, vecchio interista fedelissimo lettore di Calciointer.net. Abbiamo avuto modo di conoscerlo nei mesi scorsi, le sue esperienze da operaio e minatore in Germania e in Italia, poi il ritorno in Italia. Come nella precedente lettera di Omar, anche lui ci invita a riconoscere un merito a Spalletti: quello di aver tenuto la squadra nel finale di campionato evitando gli “sbracamenti” degli anni scorsi

terzo anello rosso san siro

Gentile redazione, il vostro affezionato Amedeo vorrebbe condividere qualche pensiero sulla stagione appena conclusa e sul futuro della nostra Beneamata prima di partire per un viaggio nostalgia tra Germania e Belgio. Secondo me con Spalletti siete stati troppo severi mentre il resto dei media troppo indulgente. Non tanto per il quarto posto acchiappato all’ultimo con un gran colpo di fortuna, in quanto il ribaltone immeritato dell’olimpico ci compensa del furto aggravato (dalla presenza della var) della Rubentus a San siro. Secondo me Spalletti ha comunque mostrato evidenti limiti tattici, con la squadra che al di là dei risultati alternanti ha giocato male praticamente tutto l’anno. Ma carenze non ci sono state solo nell’impostazione, quanto anche sulle formazioni schierate e spesso e volentieri sui cambi. Allenatore tatticamente di medio livello, bisogna riconoscere a Spalletti pur con metodi criticabili (attaccare i suoi giocatori pubblicamente) di aver tenuto la squadra viva fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata. Diciamolo chiaramente, con un altro mister a marzo l’Inter sarebbe crollata, come spesso avvenuto in passato, e avrebbe chiuso il campionato al limite della zona uefa. E questo merito al nostro pelatone va riconosciuto, anche se non sono certo che i suoi metodi di gestione in situazioni più delicate (sfide di vertice vere, partite di champions) sarebbero altrettanto validi. Sul futuro, posto che Cancelo per quanto stravagante va tenuto, é l’unico che salta l’uomo e da imprevedibilità, stesso discorso vale per Rafinha, fondamentale a cucire i reparti. Se va via lui un altro 10 ci vuole, basta vedere l’Inter slegata che si imbottiglia sulle fasce e gioca in orizzontale. Infine Icardi: io lo venderei, ma mai alla Gobba. Con una squadra forte che gioca per lui (stile Bayern) fa 50 gol, nell’Inter invece ne farà anche 29 (a grappolo, grande limite) ma blocca la squadra. In sostanza, Icardi è strano, è un campione vero che non sa giocare a calcio, sembra un freddo ma poi spesso stecca le partite importanti (derby di ritorno…). Ma come detto, darlo alla Juve è un rischio troppo grande, anche se 50 milioni più Ciccio Higuan non sarebbero male. Perché non cercare uno schema simile con il Real (in cambio di Benzema e tanti soldi) o con il Bayern (Lewandosky). Vi saluto, passerò l’estate a cercare le mie vecchie fiamme tra Karlstuhe e Charleroi e chissà che non mi vada bene.

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