L’Inter giocherà la Champions l’anno prossimo, grazie alla vittoria per 2-3 sulla Lazio, andata avanti con Marusic, raggiunta da D’Ambrosio, di nuovo avanti con Felipe Anderson e poi scavalcata nel finale dal rigore di Icardi e il gol-partita di Vecino.
Un’ora di lezione di spessore calcistico di Simone Inzaghi a Luciano Spalletti, Lazio avanti due a uno, poi il calo fisico, alcune scelte dello stesso allenatore laziale discutibili e sopratutto tre minuti di follìa laziale regalano una Champions attesa da sei anni all’Inter e ai suoi tifosi.
Nei minuti iniziali il duello individuale chiave sembra essere Marusic-Perisic con l’interista che pare poter schiacciare il dirimpettaio, ma poi è il laziale a ribaltare il piatto costringendo il croato a schiacciarsi. Ma la vera chiave in realtà è nell’anello debole difensivo Cancelo, Inzaghi lo punta mettendo vicino a Lulic di volta in volta Immobile, Anderson e ovviamente Milinkovic- Savic. Ed è dalla sinistra che arrivano tutti i cross pericolosi, Luiz Filipe spara alto da sottoporta, poi Handanovic salva sul colpo di testa di Milinkovic-Savic, infine ancora il serbo si sgancia in area a ricevere il cross da sinistra sovrastando un goffo Perisic e facendo la sponda per il tiro di Marusic che trova la fortuita deviazione di faccia dello stesso Perisic, beffando Handanovic. Uno a zero e a lunghi tratti c’è una sola squadra in campo, i biancocelesti appaiono superiori sul piano dell’intensità, prendono tutte le palle vaganti anche perchè l’Inter si schiaccia tantissimo e in maniera disordinata non riuscendo a uscire e ripartire, ma c’è anche maggiore personalità, tecnica individuale con Savic e Anderson sugli scudi, ma anche la sorpresa Marusic e la sostanza di Lulic, varietà di gioco con Immobile, Savic e Anderson che sono ovunque, inserimenti coi tempi giusti, mentre Biglia e Murgia tengono l’ordine e non sbilanciano la squadra.
Uomo in più e uomo in meno La Lazio gioca con un uomo in più, infatti pare ci siano due Milinkovic Savic in campo, uno che fa la torre offensiva affianco a Immobile sovrastando Skriniar e Cancelo, mentre “l’altro” fa il centrocampista. L’Inter invece difende con un uomo in meno, come col Sassuolo, Cancelo non esiste nella fase difensiva e Skriniar e Candreva non riescono a sopperire.
La Lazio attende la fase d’impostazione dell’Inter con Anderson-Immobile-Savic in linea alti a schermare Skriniar, Miranda e Brozovic, invece i due esterni Marusic e Lulic attendono più bassi, ma sono pronti ad alzarsi appena l’Inter smista in fascia non facendosi schiacciare.
L’Inter comunque pareggia in maniera piuttosto fortuita, con D’ambrosio che trova il tap-in in mischia su bel calcio d’angolo dalla sinistra di Brozovic, battuto col destro a rientrare sul secondo palo.
Spalletti intanto era passato al 3-2-4-1: Handanovic; Skriniar, Miranda, D’ambrosio; Vecino, Brozovic; Cancelo, Rafinha, Perisic, Candreva; Icardi. Non cambia molto, ma Perisic nella nuova posizione semicentrale alza il tasso tecnico e pesca con un cambio gioco un paio di volte un Cancelo più offensivo, ma la squadra così è anche sbilanciata e proprio da un’azione del genere intercettata dai padroni di casa parte un contropiede coast to coast Anderson-Lulic-Anderson con il brasiliano che infilza Handanovic con un tocco d’anticipo, proprio da brasiliano puro.
Il primo tempo si chiude sul 2-1, si ricorda anche un palo clamoroso di Milinkovic- Savic su punizione e un tiro respinto da Handanovic dello stesso serbo. Una sola occasione per Icardi, che tira troppo presto non entrando in area e masticando la palla.
Il primo quarto d’ora della ripresa è sulla falsa riga del primo tempo, poi all’ora di gioco le cose cominciano a cambiare. Felipe Anderson finisce completamente la benzina e Milinkovic- Savic va in riserva, invece Spalletti toglie Candreva e inserisce Eder che finalmente va a giocare affianco a Icardi, con Perisic che torna in fascia. All’ultima giornata i tifosi ottengono quello che chiedevano da un anno. Una punta vicino a Icardi. La Lazio arretra di 30 metri, Felipe Anderson e Savic non pressano più alti insieme a Immobile, l’Inter attacca, ma presta il fianco a numerosi contropiedi che però vedono ormai i giocatori di casa poco lucidi.
Poi va in scena il suicidio laziale. Simone Inzaghi toglie Immobile per Lukaku spostando Lulic centravanti e lasciando in campo uno stremato Anderson, privando al contempo la squadra di un importante riferimento offensivo. Intanto Spalletti mette Karamoh al posto di uno spento Rafinha. Poi su retropassaggio di un compagno Strakosha sbaglia il controllo e sulla pressione di Perisic rinvia frettolosamente e male, raccoglie Vecino che al volo rilancia in avanti, sempre di prima Eder spizzica per Icardi che viene tranciato in area dall’intervento folle di De Vrij. Rigore netto che il capitano realizza con freddezza portando la partita sul 2-2. Non basta, follìa anche di Lulic che commette un fallo senza senso e inutile a metà campo che gli vale il secondo cartellino giallo. Lazio in dieci e nel panico e senza Immobile, tolto da Inzaghi. Entra Ranocchia al posto di D’ambrosio per far valere i centimetri sui calci piazzati, Strakosha devia un tiro di Karamoh e Felipe Anderson spazza in calcio d’angolo. Batte Brozo, Milinkovic-Savic viene per la prima volta sovrastato in un duello aereo da un nerazzurro, è Vecino che emerge dall’anonimato e gira di testa in rete sfruttando anche un velo di Ranocchia. Due a tre e gioia incontenibile con l’uruguagio che si toglie la maglia ed esulta a torso nudo sotto la curva interista (diecimila presenti, alcuni dicono 15mila). Tutto questo è successo in tre minuti, dal 78′ all’81’, tre minuti che sconvolsero la stagione interista.
A questo punto Inzaghi tenta il tutto per tutto, toglie De Vrij e manda dentro Nani, la Lazio torna a premere l’Inter, in dieci, dall’altro canto Icardi si mangia un altro gol in contropiede, Ranocchia invece prende di testa in maniera determinante due cross laziali, Miranda ne spazza un altro e Rocchi fischia la fine, l’Inter è in Champions, i giocatori della Lazio sono in lacrime, increduli, interisti pazzi di gioia, Spalletti va sotto la curva e facendo dei gesti isterici con la mano urla “resto qui”, un’esultanza che fa capire che in caso di quinto posto non sarebbe stato confermato.
Finalmente l’Inter in Champions, lo aspettavamo da anni, ma onestà e sportività vogliono che si dica che meritava di più la Lazio, per gioco, occasioni, intensità, anche tecnica, non solo stasera, ma per quello che si è visto per tutta la stagione, poi Spalletti può raccontare quello che vuole ma noi non ci facciamo zittire. Stasera Inter brava a sfruttare tre calci piazzati e le ingenuità degli avversari, come tante volte nel corso della stagione. E ora vai con la musichetta della Champions, ma rimanendo coi piedi per terra e senza isterismi.
IL TABELLINO
LAZIO-INTER 2-3
MARCATORI: 9′ Marusic (L), 30′ D’Ambrosio (I), 41′ F. Anderson (L), 78′ Icardi (I, rig.), 81′ Vecino (I)
LAZIO: 1 Strakosha; 27 Luiz Filipe, 3 De Vrij (84′ 7 Nani) 26 Radu (76′ 15 Bastos), 77 Marusic; 96 Murgia, 6 Lucas Leiva, 21 Milinkovic-Savic, 19 Lulic; 10 Felipe Anderson, 17 Immobile (75′ 5 Lukaku). In panchina: 23 Guerrieri, 25 Vargic, 4 Patric, 8 Basta, 13 Wallace, 20 Caicedo, 22 Caceres, 88 Di Gennaro.
Allenatore: Simone Inzaghi
INTER: 1 Handanovic; 7 Cancelo, 37 Skriniar, 25 Miranda, 33 D’Ambrosio (81′ 13 Ranocchia) 11 Vecino, 77 Brozovic; 87 Candreva (61′ 23 Eder), 8 Rafinha (68′ 17 Karamoh), 44 Perisic; 9 Icardi. In panchina: 27 Padelli, 46 Berni, 2 Lisandro, 5 Gagliardini, 20 B. Valero, 21 Santon, 29 Dalbert, 99 Pinamonti.
Allenatore: Luciano Spalletti
Arbitro: Rocchi. Assisenti: Di Liberatore – Di Fiore. Quarto uomo: Guida. VAR: Irrati, assistente Vuoto
Note
Espulsi: Lulic al 79esimo per doppia ammonizione, Patric dalla panchina al 93esimo per proteste.
Ammoniti: Brozovic (I), Miranda (I), Luiz Felipe (L), Lulic (L), Lucas Leiva (L), D’Ambrosio (I)
Corner: 10-4
Recupero: 1°T 2′, 2°T 4′.