Un bilancio della stagione dell’Inter, cosa ha sbagliato Spalletti, perchè Pinamonti non ha mai giocato, il modulo dell’Inter
Tante cose da dire che si accavallano e poi si aggrovigliano, inutile provare a mettere ordine e partiamo. In questo momento stanno scendendo in campo Crotone e Lazio, se Zenga vincerà potremo andare a giocarci lo spareggio domenica a Roma.
Ma il punto è un altro, io non credo si debba giudicare questa stagione in base che si arrivi quarti o quinti. Quarti? Tutti eroi. Quinti? Tutti da buttare. Mi sembra sia questo il vento che spira e non sono d’accordo. Perciò in realtà io un bilancio stagionale l’ho già fatto (Leggi il primo bilancio stagionale di Calciointer), per questo credo che Spalletti e qualche giocatore non vadano confermati sia che si arrivi quarti o quinti, ma allo stesso tempo penso che sia stata una stagione con tanti aspetti positivi. La squadra ha una difesa fortissima anche se abbiamo visto come in certe partite casalinghe capita di prendere più di un gol, vedi proprio Sassuolo, è quando si perde gli equilibri, vedi Inter-Udinese a natale, o ci si rilassa, vedi Inter-Sampdoria, oppure quando l’allenatore stravolge la squadra a pochi minuti dalla fine (Inter-Juventus).
Luciano Spalletti ha ancora una volta destabilizzato l’ambiente alla vigilia della partita topica (Spalletti: In estate non fatta chiarezza) con il Sassuolo, a sua volta pungolato nell’orgoglio anche da certi discorsi di goleade, e qui anche l’ambiente ha le sue colpe, siamo stati troppo bauscia, ma anche la società ha creato un clima di festa, con tanto di video mandati dal tabellone dello stadio nel prepartita con i ringraziamenti di allenatore e giocatori ai tifosi. Se qualcuno pensava che il Sassuolo si scansava o credeva di trovare di fronte un’Udinese o un Cagliari ha commesso un errore di valutazione gravissimo.
Parliamoci chiaro, questa squadra ha bisogno di rinforzi, ma a gennaio ha preso un top come Rafinha, può il filosofo di Certaldo dichiarare in conferenza stampa, “sì, ma mi hanno venduto Nagatomo”, perciò la rosa è corta. La storia della rosa corta merita di essere raccontata: la beneamata ha 22 giocatori, ma non gioca le coppe europee, la coppa Italia con questa formula fa cinque partite al massimo e comunque siamo usciti ai quarti, onestamente mi pare che girino troppe frasi fatte ad uso e consumo del tecnico. La panchina “scarsa e corta”, il must “gli hanno comprato solo Borja Valero e Vecino”, sarebbe pedante stare qui a dire che li ha voluti lui e che magari è arrivato anche qualcun altro. Ma su Spalletti la mia impressione è che abbia dei problemi a valutare individualmente i giocatori. Troppi elementi fuori ruolo, Cancelo non è un terzino, non sa difendere, è un esterno alto o un trequartista, Brozovic da numero dieci è stato assurdo come Valero arretrato davanti alla difesa, ma anche Candreva largo a destra, che non sa crossare, ma sa tirare dal limite e imbucare, o Santon terzino sinistro, che non usa il sinistro nemmeno per scendere dal letto. Così come far giocare sempre e non sostituire mai Perisic. Ma la cosa più assurda è stata non mettere mai un’altra punta vicino a Icardi pur di rimanere fedele al dogma del 4-2-3-1.
A proposito di quest’ultima cosa, Spalletti non ha mai fatto giocare Pinamonti, nemmeno per un minuto, forse una volta alla seconda giornata con la Roma, pur di non schierarlo ha messo Ranocchia centravanti nei minuti finali di Torino-Inter. In realtà non ha mai fatto esordire o giocare nessun prodotto del vivaio o elemento della primavera. Nessun allenatore dell’Inter aveva mai fatto così, tutti avevano sempre avuto un occhio di riguardo per l’organico delle giovanili e tutti i suoi predecessori avevano parlato di Pinamonti come una grande promessa, e questo la dice lunga sull’attaccamento societario del sindacalista di Certaldo.
Tante altre cose da dire, ma per ora fermiamoci qui.