La conferenza prepartita di Spalletti, domani l’Inter giocherà contro il Cagliari, il tecnico nerazzurro si autoassolve e accusa gli attaccanti
Spalletti se la prende con gli attaccanti, difende la prestazione e le sue scelte di Bergamo, difende anche l’indicazione data in partita a Skriniar di adottare lo schema palla lunga (“la randellata sulla prima punta”) su Icardi e accusa Icardi di non aver difeso abbastanza bene la palla, sono molte le frecciate che il tecnico toscano è sembrato indirizzare al capitano dell’Inter o comunque in generale al reparto offensivo, ma l’impressione è che il destinatario il più delle volte fosse sopratutto il numero nove, anche se a dire il vero nella partita di sabato scorso è Perisic ad aver fallito tre gol clamorosi. Ecco le sue parole commentate da noi:
“L’analisi che ci dice la partita di domani è la vittoria come unico obbiettivo. Ultimamente abbiamo segnato poco, ma come prestazioni siamo a posto, è chiaro che poi il gol fa sempre la differenza”.
Onestamente anche a livello di prestazione ci sarebbe qualcosa da dire, buona con il Milan, dove effettivamente è mancato solo il gol e Icardi ne ha falliti due facili facili, invece a Torino è vero che si è tirato molto in porta, ma quasi sempre sugli sviluppi di calci piazzati e in realtà l’unica vera parata difficile di Sirigu è stata su un tiro proprio di Icardi, oltre al palo di Rafinha. A Bergamo invece di prestazione se ne è vista ben poca, l’Inter ha avuto tre occasioni solo in contropiede e poco più.
“Rafinha sta bene, quando si passano dei lunghi periodi senza giocare un po’ di tempo per riprendere il ritmo vero ci vuole e non sai cosa ti aspetta”.
Spalletti sostanzialmente difende la sua scelta di farlo giocare a singhiozzo.
“Qualità tecnica è qualità tecnica, poi quando si dice qualità vuol dire tante cose e noi siamo un gruppo di qualità e per certi versi lo abbiamo fatto vedere, ma perchè diventi eccelsa ci vuole la qualità caratteriale, fisica, tenere per un lungo periodo determinate attenzioni, perchè il mondo è pieno di meteore, perchè se fai una grande partita, ma poi per tre…”
L’allenatore nerazzurro torna sul discorso qualità, chiarendo una volta per tutte che il discorso “qualità” va fatto rientrare attraverso componenti come la continuità e il carattere, anche se dopo Bergamo ha esplicitamente parlato di mancanza di tecnica e il riferimento a certi appoggi sbagliati di Icardi e degli altri attaccanti è sembrato evidente.
“La federazione ci ha messo a disposizione un solo campionato, se non facciamo il massimo in queste sei partite non arriverà qualcuno a illuminarci”.
Quello dell’ora o mai più è un tasto su cui il tecnico spinge sempre.
“Ho rivisto le partite precedenti fatte nei campionati scorsi a Bergamo e non mi sono sembrate differenti, le partite giocate lì sono sempre state difficili, anche quando io allenavo la Roma, nell’ultima è vero che si è sbagliato qualcosa nei primi 15 minuti, poi io dovevo essere più chiaro a farglielo capire, ma dopo quei venti minuti lì noi si sono costruite due-tre ripartenze dove si è sbagliato il gesto tecnico di darsela la palla più altre due occasioni, poi è chiaro che quando non vinci aumentano i discorsi, le critiche, i consigli e io non ho problemi ad assorbirli ma quello che viene dall’esterno deve essere messo insieme a quello che è l’interno. Le analisi dall’esterno spesso sono corrette, ma dall’interno la realtà è diversa”.
Il riferimento a Icardi e in parte Perisic e Rafinha è evidente, mentre Spalletti minimizza il dominio tattico-fisico degli orobici di tutto il primo tempo riducendolo a soli 15 minuti iniziali in cui i giocatori non avrebbero capito le sue direttive.
“Rafinha deve essere dispiaciuto non per non aver fatto gol, ma per il tiro che ha fatto. Si va ad essere più esigenti sulla finalizzazione, perchè la preparazione per far gol la squadra l’ha avuta”.
Sinceramente a me Spalletti ricorda sempre più Mazzarri, io il gioco l’ho dato, ma non finalizziamo. Si dimentica di dire che l’Atalanta ha avuto almeno altrettante occasioni clamorose e ha fatto 11 tiri nel primo tempo, praticamente uno ogni 4 minuti.
“Avevamo già fatto la difesa a quattro e l’impostazione a tre, ma è fondamentale non la composizione della difesa, ma lì in mezzo e davanti”.
E’ vero, strano che quasi nessuno si sia accorto che è almeno dal secondo tempo di Inter-Napoli che l’Inter fa la fase offensiva con il 3-4-2-1 e la fase difensiva con il 4-2-3-1. Ad ogni modo per Spalletti il problema è sempre lì davanti. Sembra ci sia una frattura nello spogliatoio tra reparto difensivo e reparto offensivo (si vedano anche le stoccate di Miranda nel post partita di Atalanta-Inter) che Spalletti invece di ricucire va a rimarcare.
“Se gioco a tre dietro devo togliere Candreva? No, lo metto più vicino alla punta o esterno di centrocampo.”
Infatti, onestamente non si capisce il senso della domanda, anche perchè sono settimane che Candreva gioca più centrale.
“I gol sono diluiti male, ma di gol ne abbiamo fatti. Solo tre squadre, Juve, Napoli, Lazio, hanno fatto più gol di noi, ma era così anche gli anni scorsi”.
Sarò malizioso, ma il riferimento a chi fa quattro gol in una partita e zero nelle tre successive mi sembra evidente.
“A Bergamo è mancato avere una consistenza fisica che è difficile pareggiare con quei elementi lì perchè li comprano così. Di voglia a vincere il duello uno contro uno ne ho viste poche squadre così e c’era la necessità di fare di più in quel discorso lì. Se io tengo botta ricevo più punizioni a favore. Se mi faccio rubare palla senza farmi fare fallo vuol dire che non ho tenuto botta, non ho lottato abbastanza”.
Insomma, Icardi e forse qualcun altro non ha difeso abbastanza palla sui rilanci di Skriniar.
“A volte la si deve tirare in avanti “randellata”, chi la riceve la sistema un po’, quell’altro la pulisce e quello successivo la mette dove andare a far male, è questo passaggio qui che mi è garbato poco”.
Quello che doveva ricevere e sistemare le randellate dalle retrovie è sempre Icardi, o forse anche Rafinha, che comunque doveva pulire.
“Sappiamo cosa fare e sappiamo dove andare. I numeri si guardano alla fine”.
Questa cosa che i conti si fanno alla fine la dicono tutti gli allenatori. Il loro sogno è che nessuno gli dica niente per nove mesi.
“Perchè Karamoh all’89’a Bergamo? E’ vero, Karamoh l’ho messo un po’ tardi, però io capisco che le sta a cuore.. E’ un bravo ragazzo, ci potrà servire (sorrisetto ironico ndr)”.
E’ vero che Spalletti riserva sorrisetti sarcastici a chiunque gli faccia una domanda, ma l’impressione è che molti allenatori di serie A quando a far la domanda è una donna abbiano quel sorriso di sufficienza e compassione in più.
“La Roma ha il calendario più abbordabile, se si va a fare una comparazione, poi è chiaro che non si sa mai”.
“Dal punto di vista caratteriale ora mi aspetto quel passettino in avanti, il momento è adesso non lo sarà più. Poi alla Roma la vittoria contro il barca gli ha dato tantissimo. Dobbiamo essergli tutti grati per quello che hanno fatto”.
Tra il continuare a ripetere che “era così anche gli anni scorsi” e la Roma fortissima mi sembra si cominci con un certo maniavantismo.
“Sau è bravissimo sulla pallata sulla prima punta a inserirsi sulle spizzate. Guardate che la pallata sulla prima punta è una giocata anche quella”.
Sì, lo abbiamo capito, lo schema di gioco palla lunga e pedalare è stato da oggi nobilitato da Spalletti, quindi non dite che a Bergamo non si è visto gioco, solo che Pavoletti e Sau sono più bravi di Icardi e Rafinha in questa arte.
In conclusione, è vero che Icardi è un grande finalizzatore, ma deve crescere nel concetto di “far salire la squadra”, difendere palla, farsi far fallo, venire incontro, onestamente però la tesi di Spalletti che il problema sta tutto lì e negli errori al tiro degli attaccanti significa negare di aver sbagliato formazione a Bergamo, aver sbagliato o ritardato ancora una volta i cambi. E’ pure verissimo che quando si gioca con squadre come Torino e Atalanta ci vuole ben altra grinta e cattiveria nei contrasti, bisogna tener maggiormente botta, lottare, cosa che non si è visto da parte dei gladiatori in campo, ma è possibile però che un allenatore davanti ai giornalisti scarichi sempre le responsabilità dei cattivi risultati sugli altri o rimarchi continuamente cose magari anche vere, ma che si dovrebbe chiarire nello spogliatoio?