Lecce-Inter 1-0, caduti in confusione

Per un tifoso anche la partita con l’ultima o la penultima in classifica è vissuta con il giusto amalgama di gioia, entusiasmo e tensione, in una parola passione. Sarà lo stesso per i calciatori in campo? La partita con l’ultima in classifica suscita sempre un’apprensione di un certo tipo, perchè si teme sempre che i calciatori possano scendere in campo svogliati, quasi a tradire le premesse che i tifosi chiedono sempre per ogni partita: Impegno e onorare la gloriosa maglia nerazzurra.
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Una fase di gioco di Lecce-Inter

Il quesito rimane anche al termine di questa sconfitta col Lecce, non che sia mancato l’impegno, ma la squadra è parsa non essere entrata con il giusto piglio. Era stato il Lecce a dare la sveglia alla partita e quindi anche all’Inter con un tiro di Cuadrado di poco fuori intorno al ventesimo, da lì l’Inter aveva messo più birra nella macina del gioco, palla a terra o calci piazzati le occasioni non erano mancate, e proprio nel momento migliore è arrivato il cross dalla trequarti di Oddo con Giacomazzi che perfora la difesa nerazzurra.

Le occasioni, un palo, un miracolo di Benussi, ci saranno anche nel secondo tempo, ma quando perdi con la penultima in classifica la cronaca passa in secondo piano. La realtà è che Ranieri non ha caricato la squadra nell’intervallo, ha messo Alvarez per farlo giocare largo a destra, l’ingresso di Zarate è servito solo ad intasare la corsia sinistra di Nagatomo, che già di fatto stava giocando esterno alto. Contro un Lecce schierato ampio da Cosmi, che copriva tutta la linea orizzontale, ci volevano più inserimenti centrali e più uomini in area. L’unico a provarci è stato Cambiasso, ma l’Inter ha giocato il secondo tempo con un’unica punta centrale, Pazzini, con Milito seconda punta che giocava largo di sponda e i già citati Alvarez e Zarate larghi, con un gioco speculare alla difesa del Lecce, che correva di più e ha messo tutto in questa partita. Castaignos era in tribuna, Ranieri ha portato in panchina tre difensori, un centrocampista e due trequartisti, nessun centravanti d’area, che poi l’unico era Castaignos. Si può dire che Ranieri ha sbagliato panchina, più che formazione, e ha mandato a giocare ala destra Alvarez, privando l’Inter di un trequartista centrale e lasciando Cambiasso con nessuno con cui fraseggiare, proprio nel giorno in cui Cambiasso è tornato centrale e ha potuto esprimersi al meglio. Un passo indietro, dovevamo raggiungere l’Udinese, torniamo quinti superati dalla Lazio, mercoledì c’è il Palermo e una reazione d’orgoglio attesa.

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