Vigilia di Inter-Pescara, Stramaccioni fa un bilancio del girone d’andata, si rallegra del rientro di Coutinho, Obi e Mudingayi, si riallinea con le dichiarazioni di Moratti sull’arbitraggio di Udine e ostenta fiducia nella squadra.
Da Fcinternews.it la conferenza stampa del mister:
Si è parlato tanto di infortunati, ci sono però diversi rientri.
“!Sicuramente credo che siamo vicini a recuperare tanti giocatori che hanno, in questo finale, dovuto saltare le convocazioni, come Obi, Coutinho, che magari non sono pronti dal primo minuto ma tornano a disposizione ed èimportante averli recuperati”.
Un voto da 1 a 10 in queste prime giornate. Ti aspettavi una prima parte altalenante?
“Credo che siamo partiti non in maniera positiva, avevamo difficoltà a livello tattico per organizzare i tanti giocatori che avevamo cambiato, dalla quinta in poi abbiamo trovato un’identità tattica con la difesa a 3 che ci ha portato a inanellare una serie di risultati positivi in Italia ed Europa, poi abbiamo avuto una leggera flessione e un calo di risultati inequivocabile, ma sono convinto che siamo una grande squadra che ha avuto un periodo duro e non una squadra normale che ha avuto un grande avvio. La mia Inter ci sarà fino alla fine e ha avuto solo un periodo difficile”.
Come mai tanti infortuni?
“E’ una variabile sempre difficilmente prevedibile, ne abbiamo avuti tanti, penso solo ai due di Mudingayi, io vedo il bicchiere mezzo pieno, abbiamo fatto un gran lavoro di recupero e ringrazio il dottor Combi perché partiamo nel nuovo anno con tutti a disposizione, tolto Stankovic che spesso non viene menzionato. La mia scelta per domani è comunque conservativa e non farò giocare chi può avere ricadute”.
Come sta Milito?
“Aveva avuto questo problema alla vigilia della partita con l’Udinese, che non porta a complicazioni cliniche ma quando lo sente preferisco non rischiarlo. Domani è a disposizione, non al 100% ma ha recuperato”.
Gargano?
“Convocato mi porto il dubbio fino a domattina ascoltando anche il dottore e le sue percentuali di rischio. E’ importante ma è anche importante non perderlo, deciderò domattina dopo aver sentito il medico”.
Siete sempre a un passo dalla vetta, qual è il vostro obiettivo di crescita e il principale ostacolo da superare per raggiungere questi obiettivi?
“L’obiettivo resta sempre lo stesso, tornare in Champions League, dichiarato da inizio anno, poi è normale che abbiamo avuto un momento in cui siamo arrivati lì davanti ma il punto fermo resta quello. Da allenatore spero di continuare a crescere, nonostante i passi falsi sono convinto che l’Inter di inizio agosto è lontana parente di quella di oggi, abbiamo lasciato punti per strada, è un rammarico, ma anche a Udine finché non siamo rimasti in dieci ho avuto l’impressione di avere anche in trasferta quella mentalità che in altre ci era mancata. Ora è importante tornare a vincere, è stata una settimana produttiva e la partita di domani deve derci quel di più per ripartire bene. Primo step? Quello che dovevo dire ai ragazzi l’ho detto nello spogliatoio e lo sappiamo, sicuramente tra fortuna e fame ci è mancato qualcosa sottoporta tra Lazio, Genoa e Udinese ma fa aprte del gioco, ritroveremo quella cattivera sottoporta come è stato anche in partite in cui la palla non voleva entrare e su questo dobbiamo lavorare”.
Cosa vi ha insegnato la vittoria del Pescara a Firenze?
“Dopo qualche partita di assestamento il mister ha trovato gli assetti giusti e sta facendo un gran lavoro, è una squadra organizzata con giocatori rapidi che il mister ha messo in condizione di dar fastidio. Non credo che batti Catania e Fiorentina se non hai valore, dobbiamo fare la nostra partita consci del fatto che le squadre che vengono a San Siro si chiudono molto e su questo ci stiamo preparando”.
L’Inter ha un range di età molto alto, quanto è difficile gestire una squdra che ha ventenni e giocatori oltre la trentina?
“E’ una domanda più da Coverciano, per me imparare a gestire campioni e giocatori che hanno bisogno di attenzione, per fortuna ho cominciato a farlo dal primo aprile, mi aiuta molto a crescere. Avviare questa Inter con 4-5 giocatori storici e intorno a questi costruire un progetto giovane era nelle intenzioni anche del presidente, è normale poi che a livello di allenamento ho collaboratori molto bravi e riusciamo a differenziare il lavoro. Le cause degli infortuni? Difficile capirlo ma di sicuro abbiamo subito molti traumi in gara, se li avessimo persi in allenamento allora potevi farti delle domande, ma tranne Obi che se lo porta dietro dal derby dello scorso anno sono stati quasi tutti infortuni da traumi e credo non ci sia nessuna connessione”.
Dopo la partita con l’Udinese si è lamentato dell’arbitro dicendo che però non ha influito, Moratti però ha detto che l’arbitro è stato bravo.
“Non estrapolate pezzetti di frasi, se per me a velocità naturale era rigore e Palacio dice che lo ha sbilanciato, è rigore. Poi sono d’accordo che Giannoccaro ha arbitrato bene, quell’episodio lo ha valutato così e va bene, complimenti all’Udinese. Se però mi chiedi di quell’avvenimento io continuo a dire che lì era rigore, ma non ci sono stati altri errori e il presidente ha ragione”.
Cosa si aspetta sulla questione Sneijder?
“Dentro o fuori spero che finisca, tutte le carte sono sul tavolo anche per voi e vediamo come finisce”.
L’emergenza è in mezzo al campo come si dice o anche in difesa vista la situazione di domani?
“Avendo chiuso il mercato pensando di giocare in un certo modo e giocando in un altro, ti trovi dei doppioni. Puoi fare degli innesti e su questo bisogna operare con intelligenza senza intaccare l’investimento sul giocatore che ti cambia la squadra. Eccetto in caso di cessioni l’Inter non farà grossi colpi entro fine gennaio a meno di cessioni. Abbiamo tante trattative in ballo per top player per luglio, ma non per oggi. Il cambiamento di sistema di gioco può portarti a perfezionare l’organico con qualche tassello, in difesa siamo stati sfortunati e abbiamo perso diversi tasselli, il mercato però serve ad alzare il valore della rosa e questo lo faremo dalla prossima stagione”.
Duncan è un giocatore giovane e di talento già in squadra, ha fatto delle apparizioni in prima squadra. Secondo lei può essere un’alternativa valida nella seconda parte di stagione?
“E’ stato sfortunato anche lui, dopo il Verona in coppa c’era la possibilità di dargli molto più spazio ma si è fermato e non si è allenato con continuità per esordire dal primo minuto in serie A. Per noi è molto importante ma probabilmente non ancora così da essere protagonista in un club come l’Inter, ma è un 93, è importante per lui giocare, e secondo me deve trovare un top club di serie B che lo faccia giocare tanto e a buoni livelli, mentre secondo me mandarlo in A avrebbe le stese difficoltà di inserimento”.
Nagatomo è stato convocato un po’ a sorpresa, non lo ha però messo nell’elenco dei recuperati, non vuole rischiarlo?
“E’ stato convocato perché mi ha chiesto di far parte del gruppo, è diventato importante, è venuto in trasferta anche senza giocare, sente sua la maglia anche se sta fuori, vuole dare il suo contributo da fuori. Farà una visita definitiva martedì e spero di averlo contro la Roma”.
Mudingayi, Obi e Coutinho hai detto non sono pronti, qualcuno è più avanti?
“Mudi è più pronto, poi Coutinho e in ultimo metto Obi. Mudingayi è il più pronto ma nessuno dal primo minuto”.
All’Inter sarebbe stato o sarà più comodo avere come giovane da inserire Saponara o Bellomo?
“Saponara lo seguivamo, ora non ha senso parlare di lui, seguiamo tanti giovani in B di prospettiva e adesso vedremo chi riusciremo a prendere”.
Domanda di FcInterNews: a settembre si era parlato di squadra attorno a Sneijder, ora come pensa di ripiegare, cambiando soggetto o progetto?
“La mia stima per Wes non è mai stata oggetto di mistero, ha sempre giocato finché si è infortunato. Le cose sono cambiate, è cambiata l’Inter e sicuramente l’Inter del 31 agosto ora è molto diversa e sicuramente è cambiato non il progetto ma l’identità tecnica della squadra. Per cambiare soggetto ci stiamo lavorando, non è facile trovare uno del suo livello, chi ce l’ha se lo tiene, e ci daremo da fare da qui al 31 gennaio”.
Come si spiega la maggior pressione offensiva?
“Abbiamo avuto un calo, ne ha risentito anche l’attacco ma come dico sempre la sfortuna non si allena, abbiamo sbagliato anche troppo sottoporta, chiamiamola fame, cinismo, sta di fatto che molte volte la palla non è entrata e abbiamo perso punti”.
In partite che lei è riuscito a recuperare nel punteggio aveva dei cambi a disposizione, è un caso?
“Nel periodo in cui ci sono stati tutti ci siamo guadagnati il secondo posto, il valore delle individualità crea il valore del gruppo, meno giocatori hai e meno qualità hai. Ma a me piace lavorare su quello su cui possiamo lavorare, sono quasi tutti recuperati e ripartiamo come quando c’erano tutti cominciando a far risultato da domani”.
Se Sneijder dovesse restare, come potrebbe reinserirsi nello spogliatoio dopo quelloche è successo?
“Aspettiamo di capire che piega prenderà la situazione o, come tutti i tesserati, fino al 31 gennaio può restare o andar via”.
La squadra si è rinforzata ma i punti sono gli stessi dell’anno scorso, cosa è successo?
“Abbiamo cominciato sicuramente in salita perché l’avvio con due sconfitte in quattro partite è stato difficile, con una scelta radicale ho invertito questo trend e costruito oggi le mie sicurezze, ovvero le potenzialità di giocarcela con chiunque, e una pericolosità degli attaccanti. Ci è mancato l’affrontare e scardinare squadre molto chiuse perché le nostre caratteristiche sono da partita a viso aperto. Ci stiamo lavorando, abbiamo trovato un assetto buono e ora dobbiamo solo far parlare il campo. Sicuramente non sono soddisfatto aver finito l’anno a 35 punti”.