Due settimane fa in una botta di ventunesimo secolo Platini aveva aperto alla moviola in campo, anche se solo per i casi di fuorigioco più clamorosi, ma ora la marcia indietro, e la nuova chiusura. Oggi se ne è uscito con questa perla:
“Non è una questione di tecnologia per evitare gol fantasma. Bisogna calcolare che per mettere questa tecnologia sono necessari ben 50 milioni di euro, sono moltissimi soldi, no? Preferisco dare questi soldi alle organizzazioni di base e sviluppo del calcio che darli alla tecnologia. Appoggiamo gli arbitri nel prendere queste decisioni in campo e stabilire se la palla è dentro oppure fuori. Cinque arbitri sono già più che sufficienti”. Forse stanco di dare toni da caccia alle streghe medievale alla moviola in campo, ora Platini sceglie un altro terreno ostruzionistico, quello della demagogia e del più terra-terra costa troppo. La crociata del burocrate uefa contro l’utilizzo della tecnologia è una vera ossessione che viaggia al ritmo di una dichiarazione ogni due settimane, tutte inoltrate col piccione viaggiatore, così come è noto che il mondo del calcio è talmente povero da dover scegliere tra le scuole calcio e la tecnologia. Meglio invece ingrossare e ingrassare le fila degli arbitri. Nel frattempo il dirigente degli arbitri italiani Nicchi rimane sul terreno dell’apocalittico affermando che con la moviola in campo il calcio non sarebbe più calcio, ma diventerebbe qualcos’altro. Non si sa di preciso quale mutazione avverebbe, ma Nicchi ne è certo, gli alieni sono tra noi.