Inter-Napoli nei giorni del centodecimo anniversario dell’Inter, quando Matthaus è stato eletto nella Hall of Fame nerazzurra, lui che segnò quella punizione contro i partenopei che diede lo scudetto del 1989. Cosa rimane di quel calcio, di quei anni? Forse molto poco. Di certo la passione dei tifosi, che in quasi sessantamila si raccolgono nel catino di San Siro per questa serata ricca di significati.
Cosa si può dire ancora di questo stadio che attrae sempre la gran parte di pubblico nerazzurro, nonostante un’altra ennesima stagione deludente? Bisogna però dire la verità, questa sera i tifosi azzurri sono tantissimi, lo si vede arrivando in metropolitana verso il vecchio Meazza, e sempre più tanti sono i turisti che ormai hanno come meta una serata allo stadio milanese, tra cui un gruppo di felici slovacchi venuti a tifare Skriniar. Su sessantamila presenti, forse quindicimila sono ospiti, ma è difficile quantificare perchè nessuno segnerà.
Il clima è comunque tranquillo, lontani gli anni degli scontri duri, tutto è avvolto da una nebbiolina, a cominciare dal settore ospiti (5000 presenti), quasi invisibile in lontananza e stracolmo, con un solo bandierone che sventola e lo striscione Curva A al centro.
La Curva Nord invece prepara una suggestiva coreografia da colori della notte, con la scritta centodieci in corsivo e un bel blu scuro contornato dal nero, con le scritte 1908-2018 stellate. I cori sono quelli di sempre, sostanzialmente ci si augurano le fiamme e il fuoco a vicenda e si va avanti così per i primi minuti della partita, diverge dal clima focoso un “interista poliziotto” della curva napoletana che suscita ilarità in tribuna.
Poi si comincia con il tifo a favore, da notare come nessuna delle due curve ormai fa più cori per i singoli giocatori, mentre la Nord ricorda Davide Astori e Gian Marco Moratti.
La prestazione dei prodi nerazzurri suscita un certo favore, il pubblico è sorpreso da Brozovic e Candreva, che stasera recuperano persino qualche applauso, ma nella ripresa cresce il tifo napoletano, tra il 70′ e l’80’ si alza il coro cantilenato, imponente di tutto il settore, la nord va in difficoltà e risponde tambureggiando, sembra quasi il preludio all’assalto finale della capolista e invece tutto si spegne, in campo e sugli spalti e alla fine è la curva di casa che torna a incitare i propri, che vengono sotto il settore a prendere gli applausi dopo il triplice fischio, ignari delle stilettate che il loro allenatore sta preparando in conferenza stampa.