Come all’andata, l’Inter blocca sul pari senza reti il Napoli con una gara accorta e compatta in difesa, lasciando sul lungo il pallino del gioco al Napoli, ma contando più occasioni dalla propria parte e decisamente più pericolose, dal tiro a giro fuori di un nulla di Candreva, al palo clamoroso di Skriniar in apertura di ripresa. Tante le palle rubate nella propria trequarti, ma non riuscendo a distendersi. Per Handanovic nessuna parata, anche per la leziosità di Insigne e Mertens che non inquadrano la porta. Il Napoli è un orologino perfetto, i giocatori si dispongono come birilli in un esercizio di educazione fisica, si allungano come meccanismi di una macchina sincronizzata, ma sono privi di fantasia e s’infrangono su un muro chiamato Milan Skriniar, supportato alla belle e meglio dai compagni, dal ruvido D’ambrosio, alla diga Gagliardini, passando per un cucitore Brozovic e un Miranda utile seppur non privo di diverse sbavature. E poi il ripiego delle due ali, sopratutto Candreva, una squadra stretta e corta come era fino a novembre, prima di sfliacciarsi e un’Inter che non ha ancora perso uno scontro diretto con le prime dieci della classe, ma i campionati si vincono battendo Spal e Crotone.
Il primo tempo è un senso oppressivo di gabbia, squadre in un fazzoletto, senza respiro, appena si riesce a fare un cambio di gioco si apre la partita, altrimenti è un gioco reticolare, logorato dalla ripetitività di allenamenti e schemi ossessivi. L’Inter accetta di difendersi, poi manca il centometrismo di Perisic di inizio stagione… Koulibaly è sempre libero d’impostare, nessuno lo pressa nonostante sia il meno dotato nel palleggio, l’azione parte sempre da lui in verticale, gli azzurri si dispongono cinque metri l’uno dall’altro, ma senza velocità d’esecuzione è tutto più prevedibile e gestibile.
Nella ripresa il Napoli aumenta la pressione, non prima del palo clamoroso di Skriniar, nerazzurri in sofferenza, ma Insigne e Mertens leziosi, quasi non consci di stare giocandosi lo scudetto, preferendo lob, pallonetti, giocate da calcetto e giochini.
Allenatori che non cambierebbero modulo nemmeno sotto tortura e ritardano i cambi, Spalletti nel finale gioca con un assurdo 4-2-3-1 mettendo Perisic a destra, Eder a sinistra, Valero alle spalle di un sempre isolato e ignorato Icardi. Poi solo all’87’ entra Karamoh, il tecnico partenopeo fa anche peggio, con Milik che entra all’87’ e Rog addirittura all’89’.
Si chiude con un pari abbastanza inevitabile che non serve a nessuno, ma con l’Inter che se le è giocata a larghi tratti alla pari.
INTER-NAPOLI 0-0
INTER: 1 Handanovic; 7 Cancelo, 37 Skriniar, 25 Miranda, 33 D’Ambrosio; 77 Brozovic, 5 Gagliardini; 87 Candreva (78′ 20 Borja Valero), 8 Rafinha (64′ 23 Eder), 44 Perisic (87′ 17 Karamoh); 9 Icardi. In panchina: 27 Padelli, 46 Berni, 13 Ranocchia, 2 Lisandro Lopez, 21 Santon, 29 Dalbert, 11 Vecino. Allenatore: Spalletti.
NAPOLI: 25 Reina; 23 Hysaj, 33 Albiol, 26 Koulibaly, 6 Mario Rui; 5 Allan (89′ 30 Rog), 8 Jorginho, 17 Hamsik (71′ 20 Zielinski); 7 Callejon, 14 Mertens (87′ 99 Milik), 24 Insigne. In panchina: 1 Rafael, 22 Sepe, 62 Tonelli, 11 Maggio, 19 Milic, 42 Diawara, 27 Machach, 37 Ounas. Allenatore: Sarri.
Arbitro: Orsato. Assistenti: Di Fiore – Manganelli. Quarto uomo: Banti. Var: Massa, assistente Giallatini.
Note
Spettatori: 59.380
Ammoniti: Allan (N), Gagliardini (I), Insigne (N), Albiol (N)
Corrner: 2-3
Recupero: 1°T 1′, 2°T 3′.