Non tutto è cambiato

Tutto cambia, ma non tutto cambia. In questi anni le vicende nerazzurre hanno vissuto tanti stravolgimenti, due cambi di proprietà senza precedenti, per la prima volta l’Inter è finita in mani extraeuropee, tanti progetti sono stati esposti, speranze suscitate, inquietudini, ma alla fine ci sono sempre state delle costanti. Anche il cambio tra Thohir e Suning sembrava segnare un altro passaggio profondo, invece tutto si è svolto all’interno dei rigidi parametri del fair play finanziario e in fondo l’indonesiano non se ne è mai andato, rimasto con il suo 30% e intento a far rispettare l’accordo stipulato con l’Uefa fino al 2019. La continuità è data anche dal fatto che sia Thohir che Suning hanno prestato soldi al club con alti interessi, intanto i tifosi hanno recepito il tutto sempre con il massimo entusiasmo, ma un’altra costante di questi anni è stata che l’Inter non ha mai lottato per lo scudetto e nemmeno ha mai centrato la qualificazione in Champions. Ora di fatto tutto è sulle spalle di Spalletti, con una proprietà poco presente e un gruppo di giocatori a cui iniettare possenti dosi di personalità. Si fa un gran parlare di progetti, cittadelle, settore giovanili, lavori a San Siro, ma tutto è sulla carta, anzi, tutto è ancora a voce. Vedremo cosa succederà, ora l’unica cosa che conta è vincere il derby. E conteranno tantissimo gli allenatori, il gioco di squadra, perchè come ha detto Moratti, non ci sono grandi individualità nelle due compagini, al netto degli strombazzamenti mediatici per alzare l’attenzione di un pubblico che non ne ha bisogno, pronto come è a riempire San Siro e a fare l’ennesimo record d’incassi (complice un caro-biglietti scandaloso), ma non ci sarà Zhang Jindong, assente da San Siro da sei mesi.