Quei bravi ragazzi, che forse che forse poi non erano così bravi, ma furono magistralmente interpretati da attori del calibro di Robert De Niro, Joe Pesci, Paul Sorvino nel film di Martin Scorsese dell’ormai lontano 199o The Goodfellas, che tra l’altro valse anche un Oscar a Joe Pesci nel ruolo del gangster italo-irlandese Tommy De Vito, ci possono dire qualcosa di quei cattivi ragazzi, che forse che forse così cattivi non erano, anzi forse erano loro i bravi, pure troppo, nel senso anche di poco carismatici, con poca fame e poca cattiveria.
Chi sono questi cattivi troppo buoni? Ma sì, sono loro, indossano la maglia nerazzurra degli anni ’10 e dunque sono stati (non) protagonisti di un finale di campionato floscio, che ha distrutto quanto di buono era stato fatto nei mesi precedenti, che ha lasciato strascichi nella tifoserìa anche quest’anno, la quale non si fida di questo nuovo inizio promettente, e che a ben vedere, più o meno gli stessi, si erano afflosciati anche l’anno prima, dopo un buon inizio che li aveva visti primeggiare nei primi mesi. Ci siamo abituati a dirgli che sono dei campioni, ma non si applicano, sono mercenari, magari sono calciatori di questo calcio moderno che non piace, che pensano solo ai soldi, ma tante cose non quadrano, qualcuna dice il contrario. Roberto Mancini disse che era il gruppo più serio e professionale che avesse mai allenato, ma si è poi pensato che avessero remato contro Pioli, che però a distanza di mesi non ha mai detto nulla in proposito, le cronache mondane ci soffiano sopra solo su una certa simpatìa per il vino da parte di Brozovic, subito ribattezzato Sbronzovic dai tifosi, ma in realtà d’altro non c’è nulla, nessuno si vanta di chiudere discoteche, nessun paparazzo li ricatta per foto compromettenti, non ci sono immagini di loro in notturna, lontani i tempi in cui Peppino Prisco lamentava di non venir invitato ai festini, vengono immortalati solo alle cene ufficiali di natale, ed è bastato questo per destare scandalo in qualche tifoso. Fa riflettere anche quanto detto dall’inviato Sky Nebuloni, che li segue da vicino da anni, “non ci sono leader in questa squadra a parte Spalletti.” E se fosse un problema di carattere, e se anche non fossero quei campioni che la stampa dipinge, bravi, certo, bravini, ma domenica è entrato in campo un certo Pandev nel Genoa, dodicesimo uomo nell’Inter del Triplete, che ha dato una spanna a tutti per malizia, furbizia, spessore. E torna ancora alla mente quanto dicevano Mazzarri e Mancini, la mancanza di cattiveria sotto porta, la mancanza di furbizia. Chiudiamo con la settimana social dei nerazzurri: Icardi e Candreva vanno dal parrucchiere, Karamoh rimane chiuso in ascensore, Nagatomo va in un ristorante a luci soffuse, ancora Icardi scrive un libro per bambini, non proprio la vita che facevano Vieri, Angelillo e Meazza.