La storia di Virgilio Fossati, il primo eroe nerazzurro

Virgilio Fossati, capitano-allenatore della prima Inter.

Se si cerca il primo eroe della storia nerazzurra non si può che parlare di Virgilio Fossati, secondo capitano e primo allenatore-giocatore dell’Inter, caduto eroicamente durante la prima guerra mondiale. All’epoca, infatti, non esisteva ancora la figura dell’allenatore vero e proprio e le squadre erano dirette dai loro capitani. Virgilio nasce secondo alcune cronache nel 1889, secondo altre nel 1891, e cresce a Milano, in Porta Ticinese. E’ lì che dà i primi calci al pallone e da giovanissimo fonda una squadra di quartiere, il Minerva. Ben presto passa alle giovanili del Milan e poi segue il presidente Paramithiotti all’Inter, dove giocherà fino allo scoppio della prima guerra mondiale, che lo vede al fronte come sottotenente, ma grazie al suo coraggio verrà promosso come capitano. Qui perderà la vita sul Carso nel giugno 1916, come si legge al conferimento postumo della medaglia d’argento al valor militare: “Dopo aver svolto in tutte le fasi del combattimento attiva e audace opera si offriva spontaneamente per rintracciare possibili varchi nel reticolato nemico ed in tale ricerca cadeva colpito a morte incitando i soldati ad avere fiducia nell’esito vittorioso dell’azione”. Un’azione simile a quella raccontata nel film “Il sergente York”, interpretato da Gary Cooper, sulla base della storia vera del soldato americano Alvin York, prima obiettore di coscienza per motivi religiosi e poi convinto a combattere per difendere la Patria, che però riuscì a tornare vivo a casa. In onore di Fossati verrà intitolato lo stadio di Via Goldoni, dove l’Inter giocherà fino al 1930. Alto, magro, nasce difensore, ma ben presto diventa un regista di centrocampo elegante e intelligente, tanto da essere il primo interista a esordire in nazionale. Le cronache dell’epoca ne esaltano il senso della posizione, ma anche la capacità di giocare d’anticipo, la sua morte gettò nello sconcerto i fan nerazzurri e tutto il mondo interista. Fu uno dei tanti a cadere in una guerra che si protrasse più del previsto e con costi umani impensabili, dividendo l’opinione pubblica, le classi sociali e anche i partiti al loro interno e lasciando in eredità una instabilità politica che in Russia si risolse nella rivoluzione bolscevica e in una guerra civile interna, mentre in Italia in un pesante conflitto sociale che determinò la rivoluzione fascista, aprendo l’epoca dei totalitarismi e dei fanatismi politici. I tifosi interisti, intanto, prima di trovare un’altra bandiera dovranno aspettare quasi quindici anni, quando nacque la stella del Peppin Meazza.

Fonti: Vito Galasso, Magliarossonera.it, Wikipedia, uomonelpallone.it, calciomercato.com