Ci sarebbero tante cose da dire su Icardi, tante se ne dicono, ma tutte sarebbero in realtà da sopprassedere e guardare oltre. Perchè, infatti, rovinare questo bel momento positivo, con tre vittorie consecutive e il primo posto in classifica, parlando delle varie problematiche e frizioni che ruotano intorno al bel Maurito? Ok, non c’è nemmeno da esaltarsi, se andiamo a vedere nelle ultime stagioni, una partenza a razzo non è stata così infrequente, persino con Mazzarri, il problema però è stato mantenersi e la continuità. Ma che succede di tanto imprevisto e scoordinato, quasi stridente? Beh, parliamoci chiaro, tra la curva nord e il capitano non scorre buon sangue e gli ultras lo hanno ribadito nella loro fanzine distribuita allo stadio domenica prima del match contro la nobile Spal, con parole tipiche di quel linguaggio che potremmo anche definire settoriale. No, non è un’invenzione di mediaset, che ha riportato la notizia, magari enfatizzandola, ma le parole di fuoco contro Icardi sono vergate in calce dai redattori del tifo caldo e la questione è sul tappeto (ma si può anche mettere sotto). Ma appunto, niente con cui non si possa convivere o anche ignorare: Giacchè, nella grande Inter degli anni ’60 era un litigio continuo, ma in campo si era tutti uniti, fuori non si era tutti amici, non si andava a cena insieme e più di un giocatore aveva da ridire sulle doti di mago di Herrera, eppure poi dentro il perimetro si faceva causa comune e si faceva indigestione (ma non è mai abbastanza) di scudetti e coppe dei campioni. Quindi non facciamone un dramma, ma nemmeno andiamo a caccia di quella “prostitusione intellettuale” che ogni buon interista deve sì combattere, ma non deve nemmeno farne un’ombra minacciosa contro ogni muro, un riflesso pavloviano o un tic paranoico. Se, per esempio, la tv di Stato cinese, controllata dal governo cinese, attacca pesantemente Suning, non c’entra niente la P.I., Zazzaroni o Tuttosport, ma è una questione di politica cinese. Chiaro, no? Sperem. Ma torniamo a Icardi, ora tutto biondo platino, Spalletti ha iniziato su di lui il trattamento Dzeko, l’equivalente che nel film Arancia Meccanica era il trattamento Ludovico, cioè in tal caso fare del bel Maurito un perfetto cittadino falso Nueve, stuzzicandolo con dichiarazioni cifrate, ma mica tanto. Lui non sembra farsene una gran ragione, sta in area e fa gol, va dal barbiere e si fa i capelli gialli, sta su Twitter e posta. come dire, la squadra prima di tutto, ma io ho un ego grande quanto i miei tatuaggi, ma in fondo non faccio niente di male. Presto la moglie e manager Wanda riscuoterà cassa, ma non c’è da scandalizzarsi, Icardi guadagna molto meno dei big di Serie A e finchè segna i fatti gli danno ragione, anche se Spalletti ha un’altra idea di calcio e di numero nueve e non perde occasione di rimarcarlo. Ma, come detto, conta vincere e il resto chi se ne frega (finchè dura). Amala.