Prima i pali ci salvano, poi Icardi punisce

Partita dalle mille sfaccettature, risvolti e contraddizioni, che alla fine l’Inter vince 3-1 per la gioia dei suoi tanti tifosi presenti all’Olimpico. La Roma non l’ha chiusa sull’1-0, ma è stata sfortunata con tre legni e suicida con Jesus terzino destro in marcatura su Perisic.

Una fase di gioco di Roma-Inter

Inizio coraggioso e ardimentoso dell’Inter, ma poi manca la personalità di reagire al gol quasi a freddo della Roma. Nei primi minuti si era vista una buona Inter, che avanzava con otto uomini lasciando i soli Skriniar e Miranda dietro, Perisic cerca soluzioni centrali, ma la soluzione migliore è decisamente puntare Juan Jesus sulla fascia, l’ex interista deve spendere subito un giallo. L’Inter sembra aver risolto i problemi in fase d’impostazione, quando l’anno scorso perdeva tanti palloni in uscita, ma ora con Vecino, Gagliardini e Borja è un’altra musica rispetto a Medel, Kondogbia, Brozovic e Felipe Melo, anche se Gagliardini dopo il gol si demoralizza e qualche pallone lo perde e Vecino sull’1-0 sparisce dal campo, sovrastato da Strootman per larghi tratti del secondo tempo. I nerazzurri però non sembrano aver risolto il problema dei gol clamorosamente falliti, è incredibile la doppia palla avuta da Candreva e Icardi in area, non sfruttata o Joao Mario nel secondo tempo che solo davanti al portiere non tira, insomma segna solo Icardi o quasi, come vedremo. Nei primi minuti però la Roma sembrava decisamente sottotono, appoggiandosi al solo Dzeko, che da solo mette in seria difficoltà la difesa e puntando sulla qualità di Nainggolan, ma dopo il gol della Roma l’Inter ha denotato scarsa personalità appiattendosi, mentre tutta la Roma ha iniziato a girare. Il gol nasce da una palla persa da Perisic, passivo Vecino al contrasto su Nainngolan che pennella per Dzeko che brucia la difesa scattando in linea e trafigge Handa. I giallorossi potevano arricchire il bottino già nel primo tempo, ma colpiscono due tremendi pali con Nainggolan e Kolarov. Il 4-3-3 è solo cartaceo, in fase difensiva la squadra di Di Francesco difende con una linea da quattro e una da cinque, in fase di possesso rimangono dietro tre difensori centrali (Jesus, Manolas e Fazio) e attacca da destra con Defrel, da sinistra con Kolarov, De Rossi playmaker basso, Strootman intermedio, Nainggolan trequartista, Perotti seconda punta, Dzeko falso nueve, ma spesso sfrutta tutta l’ampiezza con Nainggolan che si allarga a destra e Perrotti e Strootman a sinistra.

Icardi e il palo.

Nella ripresa succede l’incredibile, nei primi minuti l’Inter non sembra in grado di mettere in discussione il risultato, Spalletti ha tolto un Gagliardini sotto schock per inserire Joao Mario trequartista e arretrare Valero, ma il cambio non incide. La Roma colpisce il terzo palo (interno questo) con Perrotti e straripa con il triangolo di centrosinistra Kolarov-Strootman-Perrotti, ma ad un certo punto l’Inter sfrutta gli unici tre fattori a suo favore e trasfigura il match: Il duello Perisic-Jesus sulla fascia, l’unico vinto dai nerazzurri, la rapacità di Icardi in area di rigore e la buona personalità di Candreva, che serve l’assist del pareggio con un’intuizione ed è stato l’unico a non perdersi sull’1-0. Anche la Roma, come l’Inter, si esalta e poi si demoralizza, sbandando paurosamente, arriva addirittura l’esagerato 3-1 dopo la doppietta di Icardi, ancora Perisic umilia Jesus e serve la corrente Vecino per l’esultanza finale (la scelta Jesus terzino destro appare folle). C’è stato spazio anche per l’esordio di Cancelo e Dalbert, che ha compiuto un salvataggio sulla linea e un rigore reclamato dalla Roma (che probabilmente c’era).