L’Inter si ritrova a Riscone di Brunico, tra poche novità, tanti assenti e molti giovani e giovanissimi. Tutto questo provoca attacchi di panico e crisi d’ansia tra molti tifosi, che vorrebbero novità importanti, ma la società garantisce a tutti che farà un grande mercato, c’è solo da aspettare. Chiuso il bilancio al 30 giugno, ora il mercato è rallentato da altri fattori. Le tante cessioni da operare (circa una decina) e la volontà di non farsi prendere per il collo, ma comprare giocatori al loro giusto valore, dopo le scottature chiamate Gabigol e Joao Mario della scorsa stagione, gonfiati da intermediari e operazioni virali di social marketing. Si è parlato di un budget fino a 200 milioni, ma se devi rifare la difesa e mezzo centrocampo non sono poi così tanti e andranno spesi bene. L’Inter però ora paga anche la perdita di appeal, senza coppe europee, proveniente da cinque anni di delusioni e in un campionato che fatica a tornare agli antichi fasti. Quello che però più conta è ritrovare l’unità d’intenti tra tutte le componenti, la responsabilità non può ricadere tutta solo su una componente, ora l’allenatore, poi i giocatori, ora quel dirigente, tutti devono assumersi le responsabilità ed evitare il gioco dello scarica barile, e ripartire.