In questi anni l’Inter ha avuto tanti allenatori non all’altezza, da Mazzarri a Gasperini, tanto per fare nomi, ma poi la amara verità è che sono sempre stati lasciati soli. Boicottati da senatori vari, svuotati di ogni legittimità da dirigenti assortiti. A un certo punto tutti hanno iniziato ad avere lo sguardo perso nel vuoto e fare discorsi strani e confusionari in sala stampa, spesso usando le stesse identiche parole, ma il problema, dicono i saggi, è sempre nel manico. I giocatori sono come animali, sentono l’odore del sangue, se percepiscono che la società non supporta l’allenatore, smettono di seguirlo. Ahinoi. All’Inter ci sono troppe correnti, troppe figure, anche per questo i tifosi vorrebbero l’uomo forte, ma forse basterebbero ruoli ben definiti. La Suning prenda appunti da queste ultime stagioni, non lasci nulla al caso, l’Inter ha dei problemi strutturali, si ripercorrano le ultime sei stagioni, non si cerchino capri espiatori, ma si capisca quali dinamiche e logiche vadano abolite. Intendiamoci, il tasso tecnico della rosa era lontano dai tempi d’oro, ma si poteva evitare di sbracare, di finire ottavi e qualche terzo posto lo si poteva portare a casa con relativa fatidica qualificazione in Champions. Si ritrovi compattezza, basta coi rimpalli di responsabilità, coi gruppetti, si dìa valore alla storia gloriosa e la si insegni ai nuovi arrivati. Due parole anche su Roberto Mancini, ha ottenuto i migliori risultati degli ultimi anni, voleva Yaya Tourè e Dzeko (mentre Felipe Melo era la sua terza scelta) e il campo parla da solo per questi due giocatori per chi segue le partite, forse non aveva tutti i torti e non era quel bambino capriccioso come qualcuno lo ha dipinto. E Kia? Stendiamo un velo pietoso su di lui. Ha fatto sperperare 70 milioni alla società, ha destabilizzato l’ambiente e continua a farlo sponsorizzando i suoi assistiti. All’Inter servono dirigenti come Leonardo e Oriali, la cui storia parla da sè. Punto e basta.
Nella foto: Una fase dell’ultimo Torino-Inter, inizio del tracollo.