Quella vissuta ieri è una vittoria da assaporare, non si è infatti trattato di un exploit, non una vittoria figlia della spensieratezza tattica, ma della calma laboriosa con il quale l’Inter ha risposto al furto lampo dei primi secondi e pur rimanendo in svantaggio per 58 minuti. Un inizio da incubo che ci ha riportato indietro negli anni, in quella che doveva essere la partita che dava una svolta nei rapporti tra le due società. Ci sarà ancora da riflettere in tal senso.
Le ultime vittorie a Torino in campionato risalgono all’aprile 2005 ed alla stagione precedente. Due vittorie che non scalfivano la classifica, furono un segnale, per dire ci siamo, nulla più. Questa volta invece l’Inter irrompe nel campionato interrompendo la striscia di 49 risultati utili consecutivi dei bianconeri, ed è la prima squadra a vincere allo juventus stadium, una cosa che pesa. E in classifica si va a -1 dalla Juve. Presto per parlare di scudetto, si potrà dire qualcosa alla fine del girone d’andata, una volta affrontate tutte le squadre. Certo è che se la condizione regge, una squadra con così tanta esperienza e così tanto fosforo può puntare in alto in un campionato con molte squadre inesperte e rinnovate.
I tre davanti – Molti non credevano che i tre davanti potessero dare una mano in difesa, ed hanno pensato ad un gesto d’incoscienza di Stramaccioni alla lettura delle formazioni, eppure sin dalla partita con la Fiorentina si era sempre visto almeno uno degli attaccanti non solo rientrare, ma andare a marcare il playmaker avversario, come già Coutinho coi viola. Ieri Palacio e Milito hanno fatto un lavoro attento su Pirlo, il quale si è visto solo all’inizio con un paio di assist a scavalcare la difesa. Quando invece l’Inter attacca, uno a turno fa il centravanti, gli altri due fanno i trequartisti andando spessissimo sugli esterni a scambiare nello stretto. Un’interscambio perfetto. L’Inter ha segnato 9 gol nelle ultime tre partite, solo in uno non c’è la presenza di almeno uno del trio d’attacco nell’azione del gol. E si fanno notare in più di una circostanza anche i due incursori Cambiasso e Guarìn.
I più in forma di una squadra in straforma– Una condizione fisica strepitosa di tutta la squadra, dai senatori ai giovani, passando per i trentenni. L’Inter è sempre stata una squadra alle prese con la stanchezza, un periodo di forma così esplosiva non si ricordava dalla primavera del triplete. Tra tutti, quattro giocatori appaiono più in forma di tutti:
Nagatomo ha attaccato insistentemente fino alla fine, trovando la forza di partire a mille all’ora in occasione del terzo gol.
Cambiasso presente nel vivo del gioco per tutta la partita.
Jesus ha pressato alto incessantemente, eccezionale quando rimonta un contropiede della Juve alla mezz’ora. Nella circostanza i più veloci a rientrare insieme a lui ancora Nagatomo e Cambiasso.
Palacio Rientrato nel derby dopo un mese di stop, ha iniziato a decollare nel secondo tempo di Inter-catania e non si è più fermato, fino alla partita a tutto campo di ieri, marcatore su Pirlo, a lavorare palloni sulla trequarti, a lanciarsi sulla fascia, a colpire in area.
Inoltre Zanetti che vince il duello con Asamoah e Giovinco, Gargano ha la meglio su Marchisio, Pirlo come detto messo in sordina da Palacio e Milito e poi Guarìn. Bendter che non vede palla tra samuel e Ranocchia.
Juve – timorosa, abbassata, preoccupata, il 3-5-2 ripiega sul 5-3-2. Dopo aver giocato sull’inerzia del gol iniziale, da quando l’Inter si riorganizza sparisce, più o meno dal 20′, schiacciandosi davanti alla propria area, tranne un break nel finale di tempo. Prova a ripartire ad inizio ripresa, ma viene travolta dalle azioni nerazzurre. Dopo il gol del 2-1 l’inter passa al 3-5-1-1, con Zanetti che sovente scala sulla linea dei difensori e Guarìn in ripiegamento tra le linee e su Pirlo. La Juve gioca questo finale con tre attaccanti passando al 3-4-1-2 con Giovinco dietro a Quagliarella e Bentdner, Vidal che passa esterno destro. Qualche episodica occasione, ma poi l’Inter vola in contropiede e stravince questa partita.