Una vittoria – come ha detto Sarri – costruita sugli inserimenti degli interni, Hamsik e Zielinski. Sì, perchè Sarri l’ha vinta così, consapevole che i due interni dell’Inter, Kondogbia e Brozovic, non seguono gli inserimenti. Ci sono tanti aspetti in cui il Napoli ha prevalso, praticamente tutti, l’unica nota positiva sono state le tante occasioni create dalla squadra di Pioli, confermando però una vena realizzativa molto scarsa, ma il dato principale rimane quello dei duelli a centrocampo, vera chiave di volta di un calcio, spesso lo si dimentica, che è fatto di duelli individuali. Diawara, Zielinski e Hamsik, il centrocampo azzurro, tre stranieri, ma tutti cresciuti in Italia fin da giovanissimi, che si sono fatti le ossa in provincia. Bologna, Empoli e Brescia. E mettiamoci pure Allan, Udinese, e Jorginho, Hellas Verona. Anche l’Inter ha un centrocampo mediamente giovane e straniero, ma tutti giocatori catapultati dall’estero all’Inter, senza passaggi intermedi nella serie A nostrana. Brozovic e Kondogbia, Zagabria e Monaco, il più esperto Banega dal Siviglia. Tutti faticano ad adattarsi alla realtà italiana, compreso Joao Mario – Sporting Lisbona – tutti perchè hanno dei problemi con la tattica, che è la componente principale del nostro campionato. Inoltre tutti tranne Banega vengono da campionati minori. Questa è la principale differenza tra Inter e Napoli, al netto delle corrispettive ingenuità difensive.