A volte tendiamo ad idealizzare il calcio del passato, ma a differenza delle percezioni, dissapori, scandali e “tradimenti” non mancavano anche un tempo. Allora fu proprio Peppino Meazza uno dei primi interisti a passare al Milan, precursore di una serie di passaggi che in epoca recente creeranno malumori e ripicche. (leggi cosa successe sotto)
Nel 1940, reduce da un grave infortunio, che forse fece pensare ai dirigenti nerazzurri che la carriera fosse finita, il “Ballila” fu ceduto al Milan. E nel derby fu proprio un suo gol a decidere il pareggio, tra gli improperi dei tifosi interisti, che oggi come allora, non perdonavano questi cambi di casacca. A raccontarlo è il nipote Federico nel libro il derby della Madonnina (di Figliolia, Grassi, Raimondi), che narra come un certo Bruno il mangia ramada (il mangia rete, perchè seguiva le partite soffrendo attaccato alla rete) gli tenne il muso per un anno. Tra gli oltranzisti c’era anche un certo Angelo Moratti, allora semplice tifoso. Ma il povero Meazza dovette vedersela anche con una faida casalinga: moglie e figlia, tifosissime interiste, gli rinfacciarono per anni quella parentesi rossonera. Ma ad oggi Meazza, che poi tornò all’Inter allenando la primavera, per tutti è una bandiera dell’Inter. Ai giovanissimi interisti, anni dopo, l’ex bomber tenne questo discorso, riportato nel libro sopracitato: “Ragazzi, vi devo confessare che ho una macchia nera nella mia vita.. Io ho indossato quella maglia, la maglia rossonera, per due anni, ma sappiate che sono sempre stato e sarò sempre interista… Dovete farmi un grosso regalo oggi: a quella squadra oggi dovete fare cinque, dieci.. venti goal!”