Bologna-Inter è senz’altro una partita, una sola partita, lo spareggio scudetto del ’64, perso dall’Inter per 2-0. Si giocò il 7 giugno, pochi giorni dopo il trionfo dell’Inter di Herrera in Europa. Ma prima era successo di tutto, la penalizzazione al Bologna per la vicenda doping prima comminata e poi tolta. Così si arrivò allo spareggio.
Un Articolo tratto da http://www.postadelgufo.it/bologna/bologna64.html
ripercorre quella stagione e quello spareggio:
– Secondo molti in quella stagione il calcio cambiò profondamente.
Qualcuno azzarda addirittura che quell’anno il calcio, il compagno delle“domeniche della buona gente”, perse improvvisamente la sua innocenza. (…)
Eppure quell’anno cambiò qualcosa, il calcio uscì prepotentemente dal rettangolo verde e riempì le aule dei tribunali, molti anni prima dello scandalo del “totonero”.
Sarebbe passato alla storia come l’anno del “doping”, trenta e più anni prima delle esternazioni di Zdenek Zeman, ma fu anche una vicenda di grande calcio. Un calcio giocato da una fioritura di talenti con pochi paragoni nella storia del calcio italiano che si avviava a dominare la scena europea e mondiale con l’Inter di Moratti ed Herrera. (…)
Proprio vincendo a Milano con il Milan, al termine di una spettacolare partita, il Bologna sembra iniziare una fuga decisiva anche in vista di qualche “distrazione” dell’Inter impegnata in Coppa dei Campioni. Ma, allora come oggigiorno, il calcio italiano ha sempre avuto una sorpresa da offrire e quella fu particolarmente clamorosa. Nella settimana successiva alla vittoria di San Siro vengono fuori insistenti le voci, alimentate da indiscrezioni sui giornali milanesi, di un caso di “doping” in cui sarebbero coinvolti cinque calciatori del Bologna.
Dopo molti “si dice” ecco la notizia clamorosa : dopo la partita vinta 4-1 con il Torino un mese prima, i calciatori rossoblù Fogli, Pascutti, Pavinato, Perani e Tumburus erano risultati “positivi per amfetamine” al controllo antidoping, le cui analisi erano state fatte a Firenze.
La notizia ha un clamore incredibile.
La Giustizia sportiva penalizza la Società bolognese dandole partita persa con il Torino e infliggendole un ulteriore penalizzazione di un punto.
L’allenatore Bernardini (che non venne radiato per meriti azzurri) viene squalificato per 18 mesi e il medico sociale del Bologna viene inibito con effetto immediato.
I cinque calciatori, invece, con una decisione che suscita qualche perplessità, non vengono puniti.
Si rischia una guerra di secessione fra Bologna “la dotta” e l’operosa Milano.
Ad alimentare il clima rovente arriva anche il fatto che, nonostante la squalifica, Fulvio Bernardini viene colto in flagrante a dare indicazioni al suo secondo, Cervellati, con l’aiuto di un “Walkie-Talkie” !
La tecnologia irrompeva nel calcio !
Adesso può far sorridere, ma allora le pagine di settimanali femminili, rotocalchi, e quotidiani politici furono invase dalle foto delle “radioline galeotte”. (…)
Enzo Biagi racconta di un clima mai più vissuto dai tempi della guerra civile dopo l’ 8 settembre, un certo numero di cittadini “ottimi” della città emiliana (avvocati, professori universitari ecc. ecc.) si rese protagonista di una azione per l’epoca clamorosa sporgendo alla Magistratura ordinaria una denuncia contro ignoti per la presunta manomissione delle provette di cui fu chiesta la controanalisi e qui venne il bello. Secondo procedura i prelievi effettuati negli spogliatoi erano stati divisi in due provette: una per l’analisi e l’altra per l’eventuale controanalisi, queste ultime, conservate ancora a Firenze presso il Centro tecnico di Coverciano, sottoposte ad un secondo esame rivelarono sì un contenuto di amfetamine, ma “non metabolizzate” (ovvero aggiunte al liquido organico dopo il prelievo) e in concentrazione tale da stendere un cavallo non un calciatore !
La manomissione “a danno del Bologna” era quindi certa e non più un’ipotesi dei più irriducibili tifosi rossoblù. Fra i principali protagonisti della polemica giornalistica che spaccò in due il fronte della critica : Gianni Brera (pro Inter) e Antonio Ghirelli (pro Bernardini e quindi Bologna).
Fiumi di inchiostro “avvelenato” scorsero su Stadio e sulla Gazzetta mentre l’Inter cominciò a rallentare per gli impegni di Coppa Campioni ed il Bologna (secondo la critica nordista) incontrò la benevolenza di certi arbitri che gli permisero di restare in quota fino a quando non avvenne l’altro “coup de theatre”.
Mentre il campionato si avviava all’epilogo, con l’Inter Campione d’Italia per il secondo anno consecutivo e finalista di Coppa Campioni a Vienna con il Real Madrid, ecco la bomba : “vista l’impossibilità di provare con certezza la colpevolezza della società” il Bologna è assolto e gli vengono restituiti i punti della penalizzazione, cosa che gli consente di balzare a pari punti con l’Inter in testa alla classifica.
L’Inter era arrivata: Herrera l’aveva spremuta per eliminare i tedeschi in semifinale e trionfare poi al Prater sugli spagnoli, il Bologna invece, raccontano le cronache, aspettò la partitissima in un comodo ritiro presso Roma con il caloroso abbraccio dei tifosi romani che, specialmente per la presenza di Bernardini ex idolo di Testaccio, si erano schierati dalla parte del Bologna.
Ho rivisto “lo spareggio” qualche anno fa ritrasmesso da RaiTre in un rievocazione delle più memorabili partite mai giocate (Italia-Germania 4-3, Inter-Real ecc. ecc.) e mi ricordo un calcio diverso, lento, con gente libera di calciare la palla ed un ritmo pacato, ma soprattutto mi ricordo i calciatori dell’Inter, da subito, sopraffatti dal caldo, boccheggianti.
Vinse il Bologna 2-0 con un gol di Fogli su punizione (deviazione di Facchetti in barriera) ed il raddoppio di Nielsen, in contropiede, su lancio smarcante ancora di Fogli, autentico mattatore di quell’afoso pomeriggio romano.