Stramaccioni ama stupire, il tridente “dei sogni” alla fine non deve aspettare e in campo ci va davvero, sacrificato Coutinho. 3-4-3 con la ormai confermatissima difesa, Handanovic cappellino alla Walter Zenga e centrocampo con Obi e Zanetti esterni e Mudingay e Cambiasso centrali. Il Catania risponde con un 4-5-1 con le due ali leggermente più avanzate del terzetto di mediani. I rossoazzuri spingono sulla sinistra, con il terzino Marchese protagonista, Almiron che ama impostare dalla linea del fallo laterale e Gomez di gran lunga il giocatore più tecnico della squadra. Se ci mettiamo che da quelle parti Obi non sa cosa vuol dire difendere, Mudingay si vede poco, si capisce che è superlavoro per Ranocchia. Più tranquilli dall’altra parte, con l’usato sicuro Cambiasso-Zanetti che coprono Jesus.
6′ Inserimento di Almiron, difesa bucata (Mudingay e Ranocchia a vuoto), tiro alto. Il Catania fa subito capire di saperci fare davanti. 9′ Lancio di Samuel, Cassano contratto in area dall’uscita di Andujar. Catania più pronto a colpire, Inter più impacciata. Il centrocampista che appoggia gli attaccanti è Obi, Cambiasso in seconda battuta, Zanetti e Mudingay rimangono indietro. Dopo 17 minuti Milito è già finito tre volte in fuorigioco, ce ne sarà tempo per una quarta da qui alla fine del primo tempo. 18′ Grande idea di Cassano che dalla mezz’ala destra vede con la coda dell’occhio l’inserimento di Palacio sulla sinistra, suggerimento preciso, colpo di testa debole dell’argentino. 20′ prima sgroppata di Zanetti, ma non si chiude il triangolo con Cassano. Dopo vari avvicendamenti, nella fase centrale del primo tempo Palacio si stabilisce a destra, Cassano sul centrosinistra. 27′ Milito dalla destra appoggia a Cambiasso, vertice destro, palombella diagonale per la testa di Cassano che realizza il vantaggio, molle l’opposizione di Alvarez. 31′ Marchese defilato a sinistra cerca il sette opposto, Mudingay legato sulle gambe non chiude, impeccabile Handanovic in volo. I tre davanti riprendono ad interscambiare, non solo Palacio e Cassano, anche Milito è in movimento e va a prendere spesso la fascia destra. I risultati però non sono di grande immediatezza. Inter più compatta dopo il gol in fase di non possesso, Palacio e Cassano rientrano dietro la linea della palla, non si riesce però a distendersi in contropiede. 44′ ennesima avanzata di Marchese sulla sinistra, cross per Izco che spiazza Handanovic, ma non trova la porta. Grande occasione.
Finisce il primo tempo, due grandi occasioni per il Catania, Inter con qualche buona idea (soprattutto da Cassano) e avanti col minimo sforzo. Dopo il gol la squadra si è chiusa senza trovare la freschezza nel ripartire.
Nel secondo tempo ci si aspettava un’Inter che ne venisse meglio fuori, invece la ripresa inizia sulla falsa riga del secondo, anzi il Catania intensifica la pressione, le occasioni sono però per i nerazzurri, Palacio manca l’impatto in scivolata, servito da Cassano. Ancora il trenza butta via un gol da due pasi non si sa come. All’ora di gioco Stramaccioni manda dentro Gargano al posto di Obi a mettere altri mattoni al muro difensivo. Dopo la batosta e le ingenuità con il Siena, l’Inter si è trasformata, ora l’attenzione alla fase difensiva è prioritaria, gli attaccanti sono chiamati al lavoro di copertura. A metà ripresa gli altri due cambi, Cassano esce per Alvarez, che va a prendersi la fascia sinistra, subito dopo Guarìn prende il posto di un Mudingay lontano dalla migliore forma fisica. Il finale regala più emozioni, la partita la fa sempre il Catania, ma finalmente l’Inter innesca i contropiedi, e qui diventa protagonista Alvarez, ma in negativo, per ben due volte perde l’attimo e si fa respingere la conclusione. Allora S. Siro, già non bendisposto verso il trequartista dai tempi diversi, si arrabbia. In mezzo Ranocchia aveva colpito il palo interno di testa e Guarìn era andato pericolosamente a contatto in area con Gomez, lì era il Catania ad arrabbiarsi. Giustamente. Quando ci si preparava ad un duro finale di sofferenza arriva la bellezza del gol di Palacio, imbeccato da Milito, si alza la palla col petto e infila al volo Andujar. Meglio così. L’Inter di Strapattoni funziona.