E’ una vicenda destinata a non chiudersi in un paio di giorni, Icardi e la Curva Nord hanno pesantemente rotto, motivo il litigio del febbraio 2015 a Reggio Emilia, riaperto dal racconto che il capitano nerazzurro ne fa nel suo libro appena uscito. (leggi tutti i dettagli sotto)
Ricorderete l’increscioso episodio del Mapei Stadium, quando Icardi, nel febbraio 2015, dopo l’ennesima sconfitta con il Sassuolo, litigò pesantemente con la curva interista. Anche noi apostrofammo duramente l’attaccante argentino, reo di non accettare la sacrosanta contestazione dei tifosi. Ora però, nel suo libro, il capitano nerazzurro dà la sua versione dei fatti. Il vero motivo del litigio non avrebbe avuto inerenza con il risultato, ma fu dovuto al comportamento di un capo ultrà: Icardi avrebbe regalato la sua maglietta ad un bambino, ma un capo ultrà gliela avrebbe strappata e rilanciata in campo, da qui il diverbio. Icardi usa parole nette: “Lo avrei picchiato per il gesto da bastardo appena compiuto e inizio a insultarlo pesantemente: Pezzo di m…, fai il gradasso e il prepotente con un bambino per farti vedere da tutta la curva? (…) Nessuno prima di me aveva trovato il coraggio di affrontare in modo così diretto i capi storici della tifoseria. Nello spogliatoio vengo acclamato come idolo.” Non si è fatta attendere però la risposta della Curva Nord, che ha appena diramato un comunicato sul suo sito ufficiale dove smentisce ogni parola dell’argentino, definendolo un mitomane, le sue parole “inesattezze, fantasie, squallide finzioni”, e il messaggio della Nord è chiaro: “Icardi, con noi hai chiuso, togliti la fascia, pagliaccio.”