Cassano e Pazzini non si sono incrociati alla fine, quando è entrato uno l’altro era già uscito. E nessuno dei due ha lasciato il segno. Cassano ha giocato poco più di un tempo, non gli è riuscito un dribbling, non ha dato i consueti tempi alla squadra e ha conquistato un paio di punizioni (ma una del gol). Ossessivamente preso di mira dalla tifoseria rossonera, ha incitato il pubblico nerazzurro e con l’espulsione di Nagatomo è stato richiamato in panchina. A fine partita ha potuto abbracciare Stramaccioni, colui che ha scommesso in lui ad inizio stagione, ma per un derby da protagonista sarà per la prossima volta. Pazzini invece è entrato nel finale e ha subito mancato l’impatto col pallone in un intervento in scivolata. Terreo in volto ha provato a farsi vedere in area, ma i suoi compagni ancora una volta lo hanno visto poco. Nei giorni precedenti aveva dichiarato che gli sembrava di muoversi a vuoto. Impressione corretta.
Sarà per un’altra volta anche per i due giovani talenti delle squadre milanesi che si erano messi in luce nelle partite immediatamente precedenti al derby, suscitando grandi attese. Coutinho e El Shaarawy. Il brasiliano è tornato spaesato e poco grintoso, ha galleggiato timidamente tra le linee e ha dato uno scarso appoggio in fase di ripiegamento. El Shaarawy è andato a sbattere contro il muro nerazzurro, ha pasticciato un po’ e ha trovato una scarsa intesa coi compagni. Però l’età è dalla loro.
Ma allora di chi è stato questo derby? Di Samuel ovviamente, perchè ha segnato, perchè la difesa nerazzurra che lui ha guidato ha vinto contro gli esangui attacchi rossoneri (ma quante volte ha tirato da fuori Montolivo? Ma non avevano un altro schema?). E’stato un derby ruvido, come il roccioso stopper argentino, nervoso, ma non intenso, condizionato dal suo gol iniziale, che ha incanalato la partita in maniera univoca. L’espulsione di Nagatomo non ha cambiato molto invece, se non per il possesso palla del Milan, schizzato inutilmente alle stelle. I più elettrici sono stati i due allenatori in panchina, quasi a voler trasmettere un po’ più di tono ai protagonisti piuttosto sommessi in campo. Tutti e due potevano essere espulsi per proteste, ma l’arbitro Valeri è stato tanto fiscale coi giocatori in campo tanto ha soprasseduto con le proteste dei mister. E poi è stato il derby di Handanovic, portiere d’alta scuola, glaciale e coraggioso, ha raffredato le velleità milaniste. Intanto Zanetti vola superando Bergomi nelle presenze derbystiche, sono ora 45.